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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/208

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— Oh! sta tranquilla, mormorò vigliaccamente, non hai motivo d’esser gelosa.

Nana aveva smesso di ridere. Riprese il suo sula la schiena al fuoco, riunendo colle due mani congiunte le gi-0 nocchia sotto il mento. E, seria, seria, dichiarò:

— Mio caro, la è una grama faccenda aver l’aria goffa davanti a sua moglie, la prima sera.

— Perché? chiese il conte sorpreso.

— Perché di sì, rispose lei lentamente, in tono dottorale.

Faceva da professore, crollava il capo. Tuttavia degnò spiegarsi più chiaramente.

— Vedi, io, io lo so come vanno le cose... Ebbene! ragazzo mio, alle donne non garbano punto i citrulli. Non dicono nulla perchè, capisci, è questione di pudore... Ma sta sicuro che la pensano lunga... E tosto o tardi, quando non si ha saputo, esse si provvedono altrove... Eccoti, burlone!

Egli aveva l’aria di non capire. Allora precisò i fatti. Sì fece materna, gli dava questa lezione, da camerata, per bontà di cuore. Dacchè lo sapeva ingannato, quel segreto le dava pena, aveva una pazza voglia di discorrerne con luì.

— Dio mio! io parlo di cose che non mi riguardano... Dico così, perché io penso che ognuno dovrebbe esser felice... Noi sì discorre, n’è vero? Vediamo, tu mi devi rispondere schiettamente.

Ma s’interruppe per mutar positura. Si abbrustoliva.

— Fa un bel caldo, eh? Ho la schiena cotta... Aspetta, voglio cuocermi un pochino il ventre... Questo sì che fa bene per i dolori!

E, quando si fu rivoltata, col petto al fuoco, i piedi ripiegati sotto le coscie:

— Vediamo: tu non avvicini più tua moglie?

— No, te lo giuro, disse Muffat, temendo di una scena.

— E credi che la sia proprio un pezzo di legno?

Ei rispose affermativamente, abbassando il mento.

— Ed è perciò che mi ami?... Via, rispondi! non andrò in collera.

Egli ripeté lo stesso cenno.

— Benissimo! conchiuse lei. Me lo immaginava... Ah! po-