Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/418

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quel prissiano; Lui aveva piantata là Simona. Il suo affare. del Bosforo cominciava a pericolare. Nana precipitò il crollo con pazze esigenze. Durante un mese ancora si dibattè, facendo miracoli; riempiva l’Europa di una pubblicità colossale: affissi, annunci, prospetti, e traeva denaro dai più lontani paesi. Tutti questi risparmi, i luigi degli speculatori come i soldi della povera gente, tutto s’inabissava in via Villiers. D’altra parte, ei s’era associato con un mastro da facina, in Alzazia; vi era laggiù, in un angolo di provincia, dei laworatori neri di carbone, bagnati di sudore; i quali, giorno e notte irrigidivano i loro muscoli e sentivano scricchiolare le ossa per provvedere ai piaceri di Nana.

Essa divorava ogni cosa, come nn incendio: i farti di banca, la mercede del lavoro. Questa volta finì Steinet completamente, e lo gittò sul lastrico, succhiato fino al midollo, così esaurito, che rimase perfino incapace di inventare una nuova bricconata. Nella catastrofe della sua banca, ei balbettava, tremava, per paura della polizia; era stato dichiarato il suo fallimento; la sola parola denaro lo stordiva, lo metteva in un imbarazzo infantile, lui che aveva rimestato dei milioni

Una sera, in casa di Nana, sì mise a piangere, le chiese ad imprestito cento franchi per pagare la sua domestica. E Nana, intenerita e fatta gaia di questa fine del terribile omaccione che da vent’anni metteva in sacco Parigi, glieli recò dicendo:

— Sai, te li regalo perchè la è comica..., Ma, senti, bimbo mio: ta non sei più in un’età ch’io ti debba mantenere. Bisogna cercare un’altra occupazione.

Allora, Nana, si mise ad intaccare Faloise. Egli sollecitava da lungo tempo l’onore di essere rovinato da lei, per essere completamente chic. Era una cosa che gli mancava: aveva bisogno d’una donna che lo slanciasse. In due mesi Parigi lo conoscerebbe, si leggerebbe il suo nome nei giornali. Sei settimane bastarono. La sua eredità era in istabili. terre, praterie, boschi, fattorie. Dovette vendere rapidamente una cosa dopo l’altra. Ad ogni boccone, Nana divorava un Jugero di terreno. Il fogliame ehe stormiva sotto i raggi del