Peccator, su, tutti quanti

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Lorenzo de' Medici

XV secolo Indice:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu Letteratura Peccator, su, tutti quanti Intestazione 25 ottobre 2023 100% Da definire

O maligno e duro core Bene ará duro core


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iii

Cantasi come la canzona de’ Visi addrieto.          


     Peccator, su, tutti quanti,
rallegriamci con disio:
questo è il dí c’ha fatto Iddio:
ciascheduno esulti e canti.
     Peccator, la morte è morta:
questa morte vita dona;
la pena oggi ognun conforta,
dolce pena e morte buona.
Oggi il servo si corona,
dell’inferno vengon santi.
     Oggi al ciel la spiga arriva
di quel Gran che in terra è morto:
questo Gran, se non moriva,
frutto alcun non avria pòrto:
questo frutto oggi nell’orto
di Maria conforta i pianti.
     Questa spiga il suo bel frutto
ha cresciuto e fatto un pane:
santo pan, che pasce il tutto
alle mense cotidiane.
Oh felice menti umane,
che mangiate il pan de’ santi!
     Cieca notte, ben se’ santa,
che ’l vedesti suscitare:
nelle tenebre tue tanta
luce al mondo non ha pare:
l’ombre tue furon piú chiare
che del sole i raggi tanti.

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     Mostra il cammin dritto e certo
la colonna nell’oscura
notte al popol nel deserto:
agli egizi fa paura;
l’inferno a tal luce pura
triema, e ’n ciel cantono i santi.
     O beata notte e degna,
tuo Fattor gran ben ti vuole!
Benché ’l sol forse ne sdegna,
tu vedesti un piú bel Sole:
tanta gloria con parole
non si lauda o mortal canti.
     Ciaschedun lasci la vesta
della notte tenebrosa;
della luce l’arme vesta:
luce in noi sia ogni cosa.
Nostra vita in Cristo ascosa
luce è in Dio: cantate, o santi.