Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1031

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[p. 353 modifica] né durò, come la greca ancor dura, non ostante che abbondasse delle ragioni estrinseche di universalità (11 maggio 1821). Vedi p. 1039, fine.


*    Che la lingua italiana massimamente, e proporzionatamente la spagnuola ancora e la francese, come spiegherò poi, sieno derivate dall’antico volgare latino, si dimostra, non solo coi fatti oscuri e coll’erudizione recondita, ma col semplice ragionamento sopra i fatti notissimi e certi, e sopra la natura delle cose. La lingua italiana è derivata dall’antica latina e questo è palpabile. La lingua italiana è una lingua volgare. Ma nessuna lingua volgare deriva da una lingua scritta e propria della letteratura, se non in quanto questa lingua scritta partecipa della medesima lingua parlata e parlata volgarmente. La lingua latina scritta differiva moltissimo dalla parlata, e ciò si rileva sí dall’indole del latino scritto che non poteva mai esser volgare, sí dalla testimonianza espressa di Cicerone. Dunque, se la lingua italiana è derivata dalla latina, e la italiana non è semplicemente scritta o letterata, ma volgare e parlata, non può esser derivata dal latino scritto, ma è derivata dal latino volgare.

Da che ci era un latino volgare assai differente dallo scritto, è costante che l’italiano volgare derivato dal latino non può esser derivato dallo scritto, ma da quello volgare e parlato.