Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1262

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[p. 42 modifica] si trovano sempre intoppi, che altri non troverà nelle stesse circostanze e colla stessa perizia, ma con diversa intenzione. Cosí non si trova piacere né facilità nella semplice lettura, anche in nostra lingua, quando si legge con troppo studio ec. (1-2 luglio 1821).


*    A quello che ho detto altrove della impossibilità di formarsi idea veruna al di là della materia e del nome materiale imposto allo stesso spirito e all’anima, aggiungete che noi non possiamo concepire verun affetto dell’animo nostro se non sotto forme o simiglianze materiali, né dargli ad intendere se non per via di traslati presi dalla materia, sebbene alle volte abbiano perduto col tempo il significato proprio e primitivo per ritenere il metaforico, come infiammare, confortare, muovere, toccare, inasprire, addolcire, intenerire, addolorare, innalzar l’animo ec. Né solo gli affetti ma gli accidenti tutti, o siano prodotti da cose interiori, o dall’azione immediata degli oggetti esteriori, come costringere ed altri de’ sopraddetti ec. (2 luglio 1821). Vedi p. 1388, principio.


*    Passano anni interi senza che noi proviamo un piacer vivo, anzi una sensazione pur momentanea di piacere. Il fanciullo non passa giorno che non ne provi. Qual è la cagione? La scienza in noi, in lui l’ignoranza. Vero è che cosí viceversa accade del dolore (2 luglio 1821).