Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1332

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[p. 93 modifica] Vale a dire che, non potendo gli antichi vivere piú lungamente di quello che possano i moderni, vivevano però, generalmente parlando, piú di quello che i [p. 94 modifica]moderni vivano, cioè si accostavano piú di loro ai confini stabiliti dalla natura, secondo le differenze proporzionate delle complessioni, delle circostanze ec.; le morti naturali immature erano piú rare o meno immature, e le non naturali, se anche erano piú frequenti d’oggidí, non bastavano in nessun modo a pareggiar le partite; conservavano il vigore, la sanità ec. ec. in età dove oggi non si conservano; in ciascheduna età erano proporzionatamente piú gagliardi, piú sani, insomma piú pieni di vitalità che i moderni e meglio adattati alle funzioni del corpo e piú potenti fisicamente; le malattie erano meno numerose, sí ne’ loro generi come individualmente, meno violente ec. o piú curabili per rispetto al malato ec. ec. ec. Sicché la somma della vita era maggiore nel tempo antico, quantunque nessuno in particolare potesse vivere piú lungamente di quello che possa viversi oggidí, e che taluni vivano (16 luglio 1821).


*    Altra gran fonte della ricchezza e varietà