Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/134

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[p. 241 modifica] riguardo alla tua famiglia, e a’ tuoi piú intimi conoscenti. La ragione è che noi desideriamo che i nostri onori o pregi siano massimamente noti a coloro che ci conoscono piú intieramente, e che ne sieno testimoni quelli che sanno piú per minuto le nostre qualità, i nostri mezzi, la nostra natura, i nostri costumi, ec. E come non ti contenteresti di una fama [p. 242 modifica]anonima, cioè di esser celebrato senza che si sapesse il tuo nome, perché quella fama ti parrebbe piuttosto generica che tua propria, cosí proporzionatamente desideri ch’ella sia sulle bocche di quelli presso i quali, conoscendoti piú intimamente e particolarmente, la tua stima viene ad essere piú individuale e propria tua, perché si applica a tutto te, che sei loro noto minutamente. E viene anche ciò dalla inclinazione che tutti abbiamo per li nostri simili, onde non saremmo soddisfatti di una fama acquistata appresso una specie di animali diversa dall’umana e cosí venendo per gradi, poco ci cureremmo di esser famosi fra i lapponi o gl’irocchesi, essendo ignoti ai popoli colti; e non saremmo contenti di una celebrità francese o inglese, essendo sconosciuti ai nostri italiani; e cosí finalmente arriveremo ai nostri propri cittadini, e anche alla nostra famiglia. Aggiungete le tante relazioni che si hanno o si sono avute colle persone piú attenenti alla nostra, le emulazioni, le gare, le invidie, le contrarietà avute, le amicizie fatte ec. ec., alle quali cose tutte applichiamo il sentimento che ci cagiona la nostra gloria o qualunque vantaggio acquistato. In somma