Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1823

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[p. 387 modifica] e brevità fossero una cosa. Vedi il Sallustio di Dureau Delamalle, t. I, p. CXIV (1 ottobre 1821).


*   L’uomo tende sempre a’ suoi simili (cosí ogni animale), e non può interessarsi che per essi, per la stessa ragione per cui tende a se stesso ed ama se stesso piú che qualunque de’ suoi simili. Non vi vuole che un intero snaturamento prodotto dalla filosofia per far che l’uomo inclini agli animali, alle piante ec. e perché i poeti, massime stranieri, de’ nostri giorni pretendano d’interessarci per una bestia, un fiore, un sasso, un ente ideale, un’allegoria. È ben curioso che la filosofia, rendendoci indifferenti verso noi medesimi e i nostri simili, che la natura ci [p. 388 modifica]ha posto a cuore, voglia interessarci per quello a cui l’irresistibile natura ci ha fatti indifferenti. Ma questo è un effetto conseguentissimo del sistema generale d’indifferenza derivante dalla ragione, il quale non mette diversità fra’ simili e dissimili; e noi non ci figuriamo di poter provare interesse per questi, se non perché l’abbiamo