Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2161

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[p. 83 modifica] visitato né risentito neppur dal dolore.


     Ma questi effetti miseramente poetici, miseramente (e anche languidamente) vivi, sono passeggeri, anzi momentanei, perché un tal uomo, malgrado la grandezza della sventura nuova, ricade assai presto nel letargico stato di rassegnazione. E però gli è necessario il poetare nell’atto stesso della sventura, ovvero egli non è e non si sente poeta ed eloquente, se non in quell’atto (contro ciò che accade in ogni altro caso); temperandosi il senso attuale della sventura colla sua radicata abitudine di soffrire, di tollerare, [p. 84 modifica]e di affogare, addormentare, scuotere il dolore, in modo che di queste due qualità o affezioni o disposizioni si viene a fare uno stato bastantemente adattato alle emozioni sentimentali ed alla poesia ec.

Una insolita cagione d’allegrezza produrrebbe anch’essa, e molto meglio, simili