Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2495

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[p. 274 modifica] inconveniente era inevitabile come tanti altri e deriva come tanti altri da una cosa ch’é un bene e fatta per bene (24 giugno 1822).


*    Quanto sia vero che l’amor proprio è cagione d’infelicità e che, com’egli è maggiore e piú attivo, maggiore si è la detta infelicità, si dimostra per l’esperienza giornaliera. Perocché il giovane non solo è soggetto a mille dolori d’animo, ma incapace ancora di godere i maggiori beni del mondo e di goderli e desfrutarlos piú che sia possibile, e nel miglior modo possibile, finché il suo amor proprio, a forza di patimenti, non è mortificato, incallito, intormentito. Allora si gode qualche poco. Cosa osservata. Com’é anche osservatissimo che l’uomo è tanto piú infelice quanto ha piú e piú vivi desiderii, e che l’arte della felicità consiste nell’averne pochi e poco vivi ec. (ch’é appunto la cagione per cui il giovane nel predetto stato, con