Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2540

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[p. 297 modifica] dagli antichi, anzi dal Boccaccio o dal Petrarca, per convenientissima che fosse all’italiano, e anche nello stile e nella composizione della dicitura volevano piuttosto o quella del Boccaccio o del Petrarca o quella degl’ ignoranti non iscrittori ma scrivani del trecento, che quella de’ classici latini e greci (vedi le opposizioni del Castelvetro alla canzone del Caro, e l’ Apologia del Caro).

5,o Si stimavano le prose (o le poesie) del cinquecento per le cose, per l’immaginazione, invenzione, concetti, sentenze, scoperte o dottrine scientifiche, ec., erudizione ec. ec., benché la lingua non piacesse, essendo pur la pura e vera lingua corrente di quel secolo. Onde per noi tali scrittori riescono purissimi ed elegantissimi, perché antichi. Ma corrotti si stimavano allora, e negletti e di niun conto, insomma nella lingua. E la pura lingua del cinquecento, quella che si dimostra pienamente nelle lettere familiari di