Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2612

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[p. 334 modifica] a dir che lo scrittore non è padrone di dir nel suo stile tutto ciò che [p. 335 modifica]vuole o che gli bisogna dire o di dirlo pienamente e perfettamente: e anche questo si fa sentire al lettore. Perciocché spessissimo occorrendo loro molte cose che farebbero all’argomento, al tempo, ec., che sarebbero utili o necessarie in proposito, e ch’essi desidererebbero dire, e concepiscono perfettamente, e forse anche originalmente, e che darebbero luogo a pensieri notabili e belli; essi scrittori, ben conoscendo questo, tuttavia le fuggono o le toccano di fianco e di traverso e se ne spacciano pel generale o ne dicono sola una parte, sapendo ben che tralasciano l’altra, e che sarebbe bene il dirla, o in somma non confidano o disperano di poterle dire o dirle pienamente nel loro stile. La qual cosa non è mai accaduta ai veri grandi scrittori ed è mortifera alla letteratura. E per ispecificare: i detti scrittori sono e si mostrano sicuri di non dare nel francese (cioè in quel cattivo italiano che è proprio del nostro tempo, e quindi naturale anche a loro, anzi solo naturale), ma non sono né si mostrano sicuri di