Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2685

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[p. 376 modifica] avrebbero e le conserverebbero per tutta la vita loro. Dunque esse sarebbero realtà. Dunque l’uomo sarebbe felice. Dunque la causa originaria e continua della infelicità umana è la società. L’uomo, secondo la natura, sarebbe vissuto isolato e fuor della società. Dunque se l’uomo vivesse secondo natura, sarebbe felice (Roma, 1 aprile, martedí di Pasqua, 1823). [p. 377 modifica]


*   Ὀλίγου δέω τοῦτο ποιεῖν ἢ παθεῖν· ὀλίγου δεῖν καὶ ἀπόλωλα· ὀλίγου δεῖ τοῦτο γενέσθαι· πολλοῦ γε καὶ δεῖ· πολλοῦ ἢ μικροῦ ἐδέησεν ἢ ἐδέησα· μικροῦ δεῖν ec. Peu s’en faut: beaucoup s’en faut: peu s’en fallut ec, poco mancò che ec., di poco fallò, per poco, per poco non ec. Vedi p. 3817. (1 aprile 1823).


*   A noi pare bene spesso di provar del piacere dicendo, o fra noi stessi o con altri, che noi ne abbiamo provato. Tanto è vero che il piacere non può mai esser presente, e quantunque da ciò segua ch’esso non può neanche mai esser passato, tuttavia si può quasi dire ch’esso può piuttosto esser passato che presente (Roma, 12 aprile 1823).


*   Le ciel qui nous donna la réflexion pour prévoir nos besoins, nous a donné les besoins pour mettre