Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2688

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*   Il Perticari nell’Apologia di Dante, p. 207, not. 19, trovando in un’antica canzone provenzale il verbo arsare dice che questa è la radice della voce arso, la quale finora è sembrato vocabolo senza radice, giacché dal verbo ardere dovrebbe derivare arduto e non arso. S’inganna: ed anzi il verbo arsare deriva da arso di ardere, che n’é la radice. I participii de’ nostri verbi sono per lo piú i participii latini, quando il verbo è latino. Se in questi participii è qualche anomalia, la ragione e l’origine della medesima non si deve cercare nell’italiano, né nel provenzale, ma nel latino, [p. 379 modifica]sia che quest’anomalia esista anche nel latino, sia che quel participio (e cosí dico delle altre voci), ch’è anomalo per noi, non lo sia per li latini. Giacché l’uso italiano, massime nel particolare dei participii, ha seguito ordinariamente l’uso latino, senza guardare se questo corrispondesse o no alle regole o all’analogia della nuova lingua che si veniva formando. E moltissime irregolarità della nostra lingua e delle sue sorelle vengono dalla sua cieca conformità colla lingua madre. Da sospendere, prendere, accendere,