Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3102

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[p. 185 modifica] quel tipo di compiuto guerriero ch’ei si proponeva? Non è della guerra come d’altre molte imprese che possono venir fallite e mancare del loro intento a cagione di ostacoli insuperabili all’uomo e di forze superiori alle umane. Ma la guerra è dell’uomo coll’uomo, e quindi è forza il far vincitore colui che si vuol far superiore agli altri uomini e singolare nella sua specie per le virtú guerriere. Chi cede nella guerra, cede all’uomo, cosa che oggidí potrà essere scusata, ma di rado lodata; fra gli antichissimi, non che lodata, era pur di rado scusata, e generalmente spregiata com’effetto o di viltà o di debolezza, la quale, sebbene involontaria, era poco meno spregiata della viltà, come lo sono anche oggidí proporzionatamente e la debolezza e tanti altri difetti degl’individui o delle nazioni, [p. 186 modifica]nazioni, esteriori o interiori, che non dipendono dalla volontà di chi n’é il soggetto. Dico che la guerra è