Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/320

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[p. 388 modifica] opera che dev’esser composta di proprietà che paiono discordanti e incompatibili e contraddittorie. E similmente l’anima e lo spirito e l’ingegno del traduttore. Massime quando il principale o uno de’ principali pregi dell’originale consiste appunto nell’inaffettato, naturale e spontaneo, laddove il traduttore per natura sua non può essere spontaneo. Ma d’altra parte quest’affettazione che ho detto è cosí [p. 389 modifica]necessaria al traduttore, che, quando i pregi dello stile non sieno il forte dell’originale, la traduzione inaffettata in quello che ho detto si può chiamare un dimezzamento del testo, e quando essi pregi formino il principale interesse dell’opera, come in buona parte degli antichi classici, la traduzione non è traduzione, ma come un’imitazione sofistica, una compilazione, un capo morto, o se non altro un’opera nuova. I francesi si sbrigano facilmente della detta difficoltà, perché nelle traduzioni non affettano mai. Cosí non hanno traduzione veruna (e lasciateli pur vantare il Delille e credere che possa mai essere un Virgilio), ma quasi relazioni del contenuto nelle opere straniere; ovvero opere originali composte de’ pensieri altrui.