Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3325

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[p. 318 modifica] la lingua italiana per se ed intrinsecamente. Ma ella è antica; cosa estrinseca; ed essendo antica non basta, né si adatta, tal quale ella è, a chi vuole scriver cose moderne in maniera moderna. Perciò forse potrà un uomo sano volere o concedere che una tal lingua si gitti e dimentichi come divenuta del tutto inutile, e [p. 319 modifica]che dando all’Italia una letteratura moderna propria se le debba dare con essa insieme una lingua affatto nuova, come finora s’é fatto, o pigliandola dagli stranieri, ch’é pur quel che s’é fatto, o creandola di pianta, quasi niuna, o solo una imperfettissima e debole e scarsa e spregevole lingua, avesse avuto l’Italia per lo passato.

Ma certo, come questo è assurdissimo, e siccome per prove veggiamo, dannosissimo; cosí quello è necessario, evidente e certo, che volendo dare alla moderna Italia una moderna letteratura, conviene non già mutare la sua antica lingua, né disfarla, né rinnovarla, ma, salvi i suoi fondamenti, l’indole e proprietà sua e tutti i suoi pregi secondo le loro speciali e proprie qualità, rimodernarla, e fare in modo che la lingua