Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/346

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[p. 405 modifica] propone uno scopo o dell’azione o anche dell’inazione, trova diletto anche nelle cose non dilettevoli, anche nelle spiacevoli, quasi anche nella stessa monotonia; e quanto alle cose dilettevoli, l’uniformità e durata loro non nuoce al piacere di chi le dirigge a un fine. Io non credo che per altra piú capitale, universale ed intima ragione, gli studi sieno agli studiosi come un’eccezione dalla regola generale, cioè la continuazione di essi non pregiudichi quasi mai al piacere. Vedete tuttogiorno delle persone che [p. 406 modifica]non leggono per altro fine che di passare il tempo, trovar gran diletto nelle prime pagine di un libro e non poterne arrivare al fine senza noia, quando anche quel libro abbia per se stesso tutti i mezzi per dilettare in seguito come nel principio. Ma l’uniformità del diletto senza uno scopo produce inevitabilmente la noia, e perciò queste tali persone, che leggono per solo divertimento, si stancano cosí presto, che non sanno concepire come nella lettura si trovi tanto divertimento e cercano del continuo di variare e passare nauseosamente da un libro a un altro, senza trovar mai diletto in veruno, se non lieve e passeggero. Al contrario lo studioso che della lettura si prefigge sempre uno scopo, quando anche leggesse per ozio e passatempo. E cosí tutte le altre occupazioni