Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3923

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[p. 297 modifica] di corpo la vita esterna è maggiore, ma l’interna è minore; e al contrario ne’ piú deboli di corpo. Infatti è cosa osservata che generalmente, naturalmente e in parità di altre circostanze, le nazioni e gl’individui piú deboli di corpo sono piú disposti e meno impediti a pensare, riflettere, ragionare, immaginare, che non sono i piú forti; e un individuo medesimo lo è piú in uno stato e tempo di debolezza corporale o di minor forza, che in istato di forza corporale o di forza maggiore. Gli uomini sensibili, di cuore, di fantasia, insomma di animo mobile, suscettibile, e piú vivo in una parola che gli altri, sono delicati e deboli di complessione, e ciò cosí ordinariamente, che il contrario, cioè molta e straordinaria sensibilità ec. in un corpo forte, sarebbe un fenomeno.1 La vita è il sentimento dell’esistenza. [p. 298 modifica]Questo è tutto in quella parte dell’uomo, che noi chiamiamo spirituale. Dunque la maggiore o minor vita, e quindi amor proprio e infelicità, si dee misurare dalla maggior forza non del corpo, ma dello spirito. E la maggior forza dello spirito consiste nella maggior delicatezza, finezza ec. degli organi che servono alle funzioni spirituali. Delicatezza d’organi difficilmente si trova in una complessione non delicata; e viceversa ec. La delicatezza del fisico interno corrisponde naturalmente ed è accompagnata da quella dell’esterno. Di piú la forza del corpo rende l’uomo piú materiale, e quindi, propriamente parlando, men vivo, perché la vita, cioè il sentimento dell’esistenza, è nello spirito e dello spirito. Cosí le passioni ed azioni, le sensazioni e piaceri ec. materiali, tanto piú quanto sono piú forti (rispettivamente alla capacità ed agli abiti fisici e morali ec. dell’individuo); le attuali attualmente, le abituali abitualmente. Le sensazioni materiali in un corpo forte o in un individuo che per esercizio o per altra

Note

  1. Vedi p. 3945.