Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4051

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[p. 429 modifica] rispetto agl’incoativi, di cui i greci non hanno un genere e forma cosí determinata e assegnata come i latini, sebbene si servono molto spesso, a significar l’incoazione, di verbi in ίζω fatti da quelli che significano l’azione o passione positiva, o aggiungono a’ temi in άω, έω ec. il ζ, facendone άζω, έζω ec. Ma queste forme non sono cosí precisamente determinate alla significazione incoativa, perché infiniti verbi cosí formati ne hanno tutt’altra, infiniti significano lo stesso che il primo tema (del che altrove, [p. 430 modifica]sebben forse in origine potranno avere avuto diverso senso), infiniti non hanno altro tema, almen noto, e non significano cosa incoativa ec., sia che questi e i sopraddetti abbiano perduta col tempo siffatta significazione, e confusala ec., sia che mai non l’abbiano avuta, il che, di moltissimi almeno, è certo, perché molte volte la desinenza in ίζω o ζω è frequentativa. Anche de’ frequentativi determinati ec. mancano i greci, mentre gli hanno, non solo i latini, ma gl’italiani (e moltissimi generi, come pure in latino ve n’è piú d’uno), i francesi ec. Mancano ancora de’ verbi disprezzativi, vezzeggiativi ec. ec., che i latini e gl’italiani ec. hanno e piú d’un genere (21 marzo 1824).


*    Molti di quelli che io chiamo diminutivi positivati, si potranno chiamare invece disprezzativi o vezzeggiativi o frequentativi ec. positivati, sí verbi che nomi, sí sostantivi che aggettivi ec. Ma chiamarli generalmente diminutivi non è da potersi riprendere, perché tali sono propriamente tutti, e la diminuzione è il mezzo con cui essi significano disprezzo, vezzeggiamento ec., secondo che ella è applicata ed intesa (21 marzo 1824).


*    Imperfezione dell’ortografia italiana ne’ passati secoli. È noto che