Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/439

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[p. 470 modifica] alla felicità, sono, come negli altri animali, le credenze ingenite, primitive, e naturali.

In questo modo io sostengo che Adamo ebbe non una scienza propriamente, ma delle credenze infuse: non la cognizione del vero, indifferente per lui, ma delle opinioni credute veramente vere da lui, opinioni di credere il vero (senza di che non v’é credenza), e opinioni veramente convenienti alla sua natura e alla sua felicità e quindi conducenti alla perfezione. E Adamo ne dovette avere necessariamente, come gli altri animali, perché senza credenze non c’é vita per quegli esseri che dipendono nell’operare dalla determinazione della propria volontà, come ho dimostrato.


*   Queste credenze ingenite, primitive e naturali non sono altro se non quello che si chiama istinto, idee innate ec. Gli animali ne hanno: non si contrasta: ma non perciò non son liberi: se non fossero liberi, sarebbero macchine pure: l’istinto non è altro che quello che ho detto, cioè credenze ingenite. Queste non tolgono la libertà, perché non fanno altro che determinare la volontà e non già forzare macchinalmente gli organi: nello stesso modo