Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/605

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[p. 87 modifica] diversissime facoltà? la memoria, l’intelletto, la volontà, l’immaginazione? Delle quali l’una può scemare o perire anche del tutto, restando le altre, restando la vita e quindi l’anima. Delle quali altri son piú, altri [p. 88 modifica]meno forniti: come dunque la sostanza dell’anima è per natura, uguale tutta quanta?

Ma queste sono facoltà, non parti dell’anima. 1°, L’anima stessa non ci è nota se non come una facoltà; 2°, se l’anima è perfettamente semplice e, per maniera di dire, in ciascheduna parte uguale alle altre parti e a tutta se stessa, come può perdere una facoltà, una proprietà, conservando un’altra e continuando ad essere? Come può accader questo, se noi pretendiamo, cum simplex animi natura esset neque haberet in se quidquam admixtum dispar sui atque dissimile, non posse eum dividi: quod si non possit, non posse interire? (Cicerone, Cato maior seu de senectute, c. 21, fine, ex Platone ). Vedi p. 629, capoverso 2.

Insomma, fuori della espressa volontà e