Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/707

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[p. 142 modifica] Ed ecco in qual senso e per quali ragioni io dico che il cinquecento fu il vero ed unico secol d’oro della nostra lingua, cioè rispetto all’adoprarla, dove che il trecento l’avea preparata; rispetto allo spendere quel tesoro che il trecento avea magnificamente e larghissimamente accumulato; e in tal maniera che della lingua sarà sempre poverissimo chi non si provvederà immediatamente a quel tesoro, essendo veramente il trecento la sorgente ricchissima, inesausta e perenne della nostra lingua; [p. 143 modifica]sorgente aperta e necessaria a tutti i secoli (28 febbraio 1821).


*    Perché infatti il secol d’oro di una lingua e di qualunque altra disciplina non è quello che la prepara, ma quello che l’adopra, la compone de’ materiali già pronti e la forma; giacché realmente quel secolo che formò e determinò la lingua italiana fu piú veramente il cinquecento che il trecento, lasciando stare che i primi precetti della lingua nostra furono dati, s’io non erro, in quel secolo dal Bembo. Ma il cinquecento