Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/818

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[p. 203 modifica] accertarsi che sia falsa? e anche nel menomo dubbio come arrischiare l’infinito contro il finito? Non è mai paragonabile la sproporzione che è tra il dubbio e il certo con quella che è tra l’infinito e il finito, ancorché questo certo, e quello quanto si voglia dubbio. Cosí che, siccome l’infelicità per quanto sia grave nondimeno si misura principalmente dalla durata, essendo sempre piccola cosa quella che può durare, volendo, un momento solo, e di piú servendo infinitamente ad alleggerire qualunque male il saper di certo ch’è in nostra mano il sottrarcene ogni volta che ci piaccia; cosí possiamo dire che oggi, in ultima analisi, la cagione della infelicità dell’uomo misero ma non istupido né codardo è l’idea della religione, e che questa, se non è vera, è finalmente il piú gran male dell’uomo e il sommo danno che gli abbiano fatto le sue disgraziate ricerche e ragionamenti e meditazione o i suoi pregiudizi (19 marzo 1821).