Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/944

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[p. 285 modifica] fra le cause di certi ragguardevoli vantaggi morali e politici posseduti, secondo lui, da essa nazione, vantaggi che non possono, secondo lui, essere agguagliati con esattezza in alcuna società europea, nota, dico, la quasi totale mancanza di dritti e privilegi feudali; la equabile distribuzione della proprietà fondiaria; e la naturale incapacità ed avversione e del popolo e del governo ad essere sedotti da mire d’ambizione e da desio d’estere conquiste. Edinburgh Review, loc. cit. qui dietro (p. 942, principio), p. 295. Lo stesso Edinburgh Review nella continuazione dello stesso [p. 286 modifica]articolo (Annali di Scienze e Lettere, Milano, gennaio 1812, vol. IX, num. 25, p. 42 mezzo) nomina (ad altro proposito) la istituzione delle caste dell’India, dove io l’ho già notata nel pensiero a cui questo si riferisce, e di piú nell’antico Egitto. Questo lo fa incidentemente, sicché non ha verun’altra parola su questo punto (14 aprile 1821).


*    Alla p. 943. Cosí che la lingua chinese, quanto supera le altre lingue nella moltiplicità, complicazione e confusione degli elementi e della costruttura della scrittura, tanto le avanza nella semplicità e piccolo numero degli elementi dell’idioma (14 aprile 1821).


*    Alla p. 943. Insomma la scrittura chinese non rappresenta veramente le parole (che le nostre son quelle che le rappresentano, e ciò per via delle lettere che sono ordinate e dipendenti in tutto dalla parola) ma le cose; e perciò tutti osservano