Pensieri e discorsi/La ginestra/XII

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XII.


Egli aveva detto: Uomini, felice la greggia che giace placidamente al lume della luna! Essa non sa la sua miseria, non sa di dover morire. Voi sì lo sapete, o mortali.

Egli aveva detto: “Laddove tutti gli altri animali muoiono senza timore alcuno, la quiete e la sicurtà [p. 104 modifica]dell’animo sono escluse in perpetuo dall’ultima ora dell’uomo„.

Ora egli dice:

Il solo progresso umano possibile sta nel procedere della conoscenza del vostro destino.

È l’orrore avanti la natura la quale vi minaccia continuamente, e ciecamente vi affligge e stermina, che deve essere base, radice, della giustizia e della pietà. E quest’orrore bisogna che non lo vinciate dando retta ad ingannevoli promesse; voi lo dovete provare intero e assoluto. Progredire la società umana non può che verso la verità, e la verità è questa: la morte. Avanti dunque verso la morte!

Ma voi volete arretrare.

Ed io vi dico che dovete avanzare, dovete gettare le illusioni, dovete acquistare la coscienza della vostra piccolezza, della vostra solitudine, della vostra miseria, del vostro essere fortuito ed effimero.

Perchè da cotesta coscienza verrà in voi lo appaciamento degli odi e delle ire fraterne, ancor più gravi d’ogni altro danno; verrà il vero amore che vi farà finalmente abbracciare tra voi, porgendo Valida e pronta ed aspettando aita Negli alterni perigli e nelle angoscie Della guerra comune.

Da cotesta coscienza verrà insomma la bontà, come dal deserto di lava e di cenere spunta l’odorato fiore.