Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo/Proemio

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Proemio

Edizione: Cristoforo Armeno, Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del Re di Serendippo. per opra di M. Christoforo Armeno dalla persiana nell'italiana lingua trapportato. Michele Tramezzino, Venezia, 1557
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PROEMIO

LL
ODATO sia sempre il signor Iddio, creatore di sette Cieli, di quattro elementi, et di ciascuna altra cosa, che sopra la terra si vede, fattore dell'huomo, animale à tutti gli altri superiore, à cui non solo dell'intelletto, colquale havesse la divinità sua à contemplare, ma della lingua ancora, con che gli potesse del ricevuto beneficio gratie rendere, fece dono. Ritrovandomi io povero peccatore Christophoro Armeno della città di Tauris nel paese mio, udì più fiate da diversi à ragionare, nelle parti di Franchi gran numero d'huomini nobile, et alto ingegno dotati ritrovarsi, il che dalle belle, et maravigliose cose, che presso di loro si ritruovano, agevolmente si potea comprendere. ond'io entrai in grandissimo disiderio di vedere cotal paese, essendo massimamente à Christiani soggetto, dove i riti della religione di Giesu, et i costumi di prencipi harrei potuto conoscere, il che, essend'io Christiano, sempre sommamente disiderai. onde coll'aiuto del signor Dio nella Franchia aviatomi, il primo luogo, dov'io capitai, fu la città di Venetia, la quale, perciò che nel mondo tutto niun'altra ad essa simile non si ritruova, credesi, che colla mano del Signore, et non d'altri da principio sia stata fabricata. ella è nel mare situata, et in ogni sua [p. xii modifica]parte per terra, et per acqua vi si può andare: percio che sempre alcune barche scoperte, che si chiamano gondole, si ritruovano, le quai dovunque l'huomo vuole lo conducono. i palagi et habitationi per la maggior parte hanno due porte, una è sopra l'acqua, per dove tutte le cose alla famiglia necessarie colle barche si conducono, l'altra è sopra la strada, per dove ciascuno entra, et esce à piacer suo. in questa città altri animali, che huomini et donne di bellissima forma, et statura non si veggono, ove nelle nostre gl'asini, et camelli caminando di continuo incredibil molestia ci sogliono dare. le strade sono nettissime, et mattonate. molte chiese, et bellissimi palagi, et di gran valore vi si veggono. sonovi anco molti hospitali, né quali gl'huomini dalle donne separatamente habitano; et sono tutti mirabilmente serviti: hanno i suoi panni bianchissimi, et i suoi medici, che de gl'infermi hanno continua cura, iquali di ciascuna cosa sono sovenuti. quivi si fa gran giustitia, ne si comporta, che ad alcuno sia fatta ingiuria, et sforzasi ciascheduno, quanto può, di essequire il commandamento di Dio. vivesi sotto le leggi, et quelli, che ministrano la giustitia, sono huomini di molto sapere, et di gran bontà dotati. sonovi oltre di ciò molte stanze, dove senza alcuna prigione i poveri forastieri sono alloggiati. di che ne posso fare io ampla fede, il quale per lo spacio di tre anni sono in una stanza allo stato mio convenevole senza [p. xiii modifica]pagamento alcuno continuvamente dimorato; ne in alcuna altra città, la quale più elemosinaria, ne più verso i poveri compassionevol sia, mi ricorda d'essere mai capitato. ond'io di si bei costumi, et riti innamorato, del paese mio del tutto iscordatomi, se pure alcuna volta mi casca nel pensiero di ritornarvi, pare, che incontanente da ciò il genio mio mi ritragga. quivi havendo io conosciuti gl'huomini in ogni professione molto studiosi, per le molte cortesie, ch'io ho nella città loro ricevute, ho voluto per loro diletto coll'aiuto d'uno carissimo amico mio dalla lingua mia nell'Italiana uno peregrinaggio di tre giovani figlioli del Re di Serendippo traportare: il quale perché io mi fo à credere, che per la bellezza sua habbia molto i lettori à dilettare, spero di doverne della buona loro gratia far'acquisto.