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Poesie (Parini)/IV. Le odi/VII. La musica

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VII. La musica

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IV. Le odi - VI. Il bisogno IV. Le odi - VIII. La laurea

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VII

LA MUSICA

(La evirazione)

[1769-70]

     Aborro in su la scena
un canoro elefante
che si strascina a pena
su le adipose piante,
5e manda per gran foce
di bocca un fil di voce.
     Ahi, pèra lo spietato
genitor che primiero
tentò, di ferro armato,
10l’esecrabile e fiero
misfatto onde si duole
la mutilata prole!
     Tanto dunque de’ grandi
può l’ozioso udito,
15che a’ rei colpi nefandi
sen corra il padre ardito,
peggio che fera od angue
crudel contro al suo sangue?
     Oh misero mortale,
20ove cerchi il diletto?
Ei tra le placid’ale
di natura ha ricetto:
lá con avida brama
susurrando ti chiama.

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     25Ella feminea gola
ti diede, onde soave
l’aere se ne vola
or acuto, ora grave;
e donò forza ad esso
30di rapirti a te stesso.
     Tu non però contento
de’ suoi doni, prorompi
contro a lei violento
e le sue leggi rompi;
35cangi gli uomini in mostri,
e lor dignitá prostri.
     Barbara gelosia
nel superbo Oriente
so che pietade oblia
40vêr la misera gente
che da lascivo inganno
assecura il tiranno:
     e folle rito al nudo
ultimo caffro impone
45il taglio atroce e crudo,
onde al molle garzone
il decimo funesto
anno sorge sí presto.
     Ma a te in mano lo stile,
50italo genitore,
pose cura piú vile
del geloso furore:
te non error, ma vizio
spinge all’orrido ufizio.
     55Arresta, empio! Che fai?
Se tesoro ti preme,
nel tuo figlio non l’hai?
Con le sue membra insieme,
empio! il viver tu furi
60a i nipoti venturi.

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     Oh cielo! E tu consenti
d’oro si cruda fame?
Né più il foco rammenti
di Pentapoli infame,
65le cui orribil’opre
il nero asfalto copre?
     No. Del tesor che aperto
giá ne la mente pingi,
tu non andrai per certo
70lieto come ti fingi,
padre crudel! Suo dritto
de’ aver il tuo delitto.
     L’oltraggio ch’or gli è occulto,
il tuo tradito figlio
75ricorderassi adulto;
con dispettoso ciglio
da la vista fuggendo
del carnefice orrendo.
     In vano in van pietade
80tu cercherai; ché l’alma
in lui depressa cade
con la troncata salma;
ed impeto non trova
che a virtude la mova.
     85Misero! A lato a i regi
ei sederá cantando,
fastoso d’aurei fregi;
mentre tu mendicando
andrai canuto e solo
90per l’italico suolo;
     per quel suolo che vanta
gran riti, e leggi, e studi;
e nutre infamia tanta
che a gli afíricani ignudi,
95ben che tant’alto saglia,
e a i barbari lo agguaglia.