Rime (Bembo)/Del cibo, onde Lucrezia e l'altre han vita

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Del cibo, onde Lucrezia e l'altre han vita

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Del cibo, onde Lucrezia e l'altre han vita
Re degli altri, superbo e sacro monte Tomaso, i' venni, ove l'un duce mauro
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XXIII.

Del cibo, onde Lucrezia e l’altre han vita,
in cui vera onestà mai non morio,
l’un pasca il digiun vostro lungo e rio,
donna più che mortal, saggia e gradita.4

L’altro la faccia bianca e sbigottita
dal tuon, che qui sì grande si sentio,
depinga col liquor d’un alto oblio
e vi ritorni vaga e colorita.8

E ‘l terzo vi stia inanzi a tutte l’ore,
e s’aven che Medusa a voi si mostri,
schermo vi sia, che non s’impetre il core.11

Per me si desti tanto il mio Signore,
ch’io trovi loco in grembo a’ pensier vostri,
tal che ‘nvidia non basti a trarmen fore.14