Rime varie (Alfieri, 1912)/CIII. Dolore per la lontananza della sua donna
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
CIII. Dolore per la lontananza della sua donna
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CIII [cxxxviii].1
Dolore per la lontananza della sua donna.
Mesto son sempre;2 ed il pianto, e la noja,
Dell’inutil mio viver son le scorte:
Ma il dolor, che alla speme ancor le porte
4 Schiude, non vuol ch’io viva, e non ch’io muoja.
Quindi adirato, e torbido, ogni gioja
Sfuggo piú assai, ch’altri non sfugge morte;3
E son mie poche doti intere assorte
8 Nell’ozio, che i piú belli anni m’ingoja.
Note
- ↑ Questo sonetto fu composto, come il precedente, a Pisa, il 2 agosto 1785.
- ↑ 1. Mesto son sempre: vegg. la nota 1ª del son. Malinconia, perché un tuo solo seggio.
- ↑ 5-6. Reminiscenza di ciò che S. Tommaso dice di S. Francesco nell’undecimo canto del Paradiso (58 e segg.):
... per tal donna giovinetto in guerra
Del padre corse, a cui, come alla morte,
La porta del piacer nessun disserra. - ↑ 10. L’alme suore, le Muse.
- ↑ 11. Un son. dell’A. non riferito in questa scelta, comincia con un verso simile:
Non di laudarti sazio mai né stanco... - ↑ 12. Non è vero che il soggiorno pisano e la lontananza della Contessa fosse deleteri per la mente del Poeta, giacché proprio nella prima metà del 1785 stese il Panegirico di Plinio a Traiano e si risolse a continuare la prosa del Principe e delle lettere ideata e distribuita piú anni prima a Firenze.
- ↑ 14. Il Petrarca, di Marco Aurelio (Trionfo d’A., I, 101):
Pien di filosofia la lingua e ’l petto.