Rime varie (Alfieri, 1912)/CLXXII. Chiede di essere considerato, per il linguaggio, fiorentino

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CLXXII. Chiede di essere considerato, per il linguaggio, fiorentino

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CLXXII. Chiede di essere considerato, per il linguaggio, fiorentino
CLXXI. Ad un improvvisatore CLXXIII. Si duole di non aver unito agli scritti l'azione

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CLXXII.1

Chiede di essere considerato,

per il linguaggio, fiorentino.

Uom, che barbaro2 quasi, in su la sponda
Del non Etrusco Tanaro nascea,
Dove d’Itale voci è impura l’onda,3
4 Sí ch’ella macchia ogni piú tersa idea;
Piú lustri or son, ch’ei la natal sua immonda
Favella in piena oblivïon ponea;
E al vago dir che l’alma Flora4 inonda,
8 E labro e penna ed animo5 volgea.
Se niun di voi, cigni dell’Arno, or vede6
Spurio vestigio nel costui sermone,
11 Cittadinanza di parole ei chiede.7

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Sacro tributo a Grecia tutta impone
L’unica Atene,8 di ogni grazia sede,
14 Cui la Bëozia stolta9 invan si oppone.


Note

  1. Nel ms: «7 gennaio, tra San Gallo e il Prato».
  2. 1. Barbaro: cosí chiama sempre l’A. nell’Autobiografia il proprio nativo linguaggio e tutto quel che sapeva di francese; cosí a proposito dei cognomi della madre (Aut., 1, 1°): «Era questa di origine Savojarda, come i barbari di lei cognomi dimostrano».
  3. 3. Dove si parla un dialetto mezzo francese e mezzo italiano.
  4. 7. Flora, Firenze.
  5. 8. Labro, il comune discorso, penna, l’opera letteraria, animo, il cuore e la mente.
  6. 9-11... «in quasi tutto il decorso della mia vita, finora», scrive l’A. nell’Autobiografia, all’anno 1778, «mi è toccata in sorte questa barbaria di gallicheria; onde, se io pure sarò riuscito a scrivere correttamente, puramente e con sapore di toscanità (senza però ricercarla con affettazione e indiscrezione) ne dovrò riportar doppia lode, attesi gli ostacoli; e se riescito non ci sono, ne meriterò ampia scusa». — Spurio, impuro.
  7. 11. L’A. non fu ostile alle Accademie per principio e, se nel 1800 rifiutò sdegnosamente (Aut., IV, 10°) di far parte di quella scientifica di Torino (mentre diciassette anni prima era entrato in Arcadia col nome di Filacrio Eratrastico) ciò fu causato, piú che da altro, dal suo implacabile misogallismo. Perciò il mezzo piú semplice per spiegare questo v. sarebbe supporre che egli desiderasse di entrare nell’Accademia fiorentina. Ma come è ciò possibile, dopo quanto ne aveva scritto nel son. L’idioma gentil sonante e puro? E allora, sarà da supporsi che l’A. chiedesse semplicemente che le parole da lui foggiate per proprio uso o da lui rimesse in circolazione entrassero a far parte del vivo linguaggio toscano.
  8. 13. L’unica Atene, Firenze.
  9. 14. Beozia stolta, le altre parti d’Italia, forse con riferimento alle teorie del Cesarotti e dei cesarottiani.