Sacre rappresentazioni/Avvertimento

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Alessandro D'Ancona

Avvertimento ../ ../Rappresentazione di Abramo e Agar IncludiIntestazione 25 ottobre 2014 25% Da definire

Sacre rappresentazioni Rappresentazione di Abramo e Agar
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AVVERTIMENTO.





In questi tre volumi crediamo possa dirsi raccolto tutto quello che di meglio offre l’antico nostro Teatro spirituale. Abbiamo scelto infatti, fra un centinaio quasi di Rappresentazioni, queste quarantatrè, che per varie ragioni ci parvero più acconcie a fornire una idea precisa e compiuta del genere; e se ci siamo attenuti soltanto allo stampato, nulla producendo d’inedito, ciò non è avvenuto solamente per non accrescere di troppo la nostra raccolta, ma anche perchè il fatto stesso della stampa, generalmente più e più volte ripetuta, ci pareva indicare quali fossero le Rappresentazioni che, maggiormente e a preferenza di altre, avevano incontrato il gusto dei lettori, dopo aver ottenuto il suffragio degli spettatori.

Ciascuna Rappresentazione abbiam creduto utile far precedere da cenni sulle diverse stampe, desunti quasi interamente dall’accurata Bibliografia del Colomb de Batines, aggiungendo inoltre qualche notizia circa all’argomento, in specie per quelle di soggetto leggendario; delle quali registrammo quel che ci fu dato sapere intorno alle origini, alla varia forma e alla diversa fortuna, spigolando a tal uopo non solo nella letteratura [p. ii modifica]popolare italiana, ma in quella pure delle altre plebi cristiane d’Europa.

Quanto all’ordine, nel quale disponemmo le Rappresentazioni, diremo che certamente ci sarebbe parso preferibile quello cronologico, se avessimo potuto conoscere, almeno in modo approssimativo, quale esso dovette essere: che la data dell’impressione, quando pur essa non ci faceva difetto, era argomento troppo incerto e fallace per determinare quella della composizione. Di più, noi crediamo per fermo, e non abbiamo perciò esitato a indicarlo chiaramente nel titolo dell’opera, che non poche fra le nostre Rappresentazioni appartengano agli ultimi del secolo decimoquarto e ai primi del decimoquinto; ed abbiam fede che il lettore confermerà questa nostra opinione; ma per queste, evidentemente anteriori all’invenzione della stampa, tanto più sarebbe stato erroneo disporle secondo la ragione delle date tipografiche. Non potendo dunque formarci un criterio dalle note d’impressione, e disporre le Rappresentazioni per secoli e per anni, ci siamo attenuti ad altre ragioni, per quanto ad altri possano sembrare poco fondate e poco scientifiche, colle quali regolare la successione dei varii drammi in questa nostra raccolta. Per introdurre un qualche ordine, pensammo di attenerci alla cronologia degli argomenti trattati nei drammi; e perciò, in primo luogo ponemmo le Rappresentazioni sui fatti del Vecchio Testamento, poi quelle del Nuovo, indi le altre dei Santi e Martiri, disposte secondo la successione più o meno accertata dei fatti. Seguono quelle di soggetto meramente leggendario; e dopo una di argomento moderno e fiorentino, la collezione si chiude con la descrizione drammatica di un fatto di là da venire, ma che dall’autore ci vien raccontalo con molti particolari: colla Rappresentazione, cioè, del Giudizio Universale. [p. iii modifica]

Diremo adesso qualche cosa del modo, col quale abbiamo proceduto nel riprodurre questi monumenti di antica poesia. Abbiamo sempre cercato di ricorrere alle edizioni originali, e in mancanza di queste, alle immediatamente successive, non senza qualche volta aver anche ricorso alle stampe posteriori, purchè non tanto moderne. Le edizioni sanesi, che sono pure le più facili a rinvenirsi nelle Biblioteche e anche in commercio, abbiamo generalmente lasciate da parte, essendoci alla prova convinti che esse sono di soverchio raffazzonate e arbitrariamente rammodernate. Rispettammo scrupolosamente l’antica grafia, anche in taluni minimi particolari, quando li trovavamo nelle stampe da noi esemplate: ond’è che abbiamo ritenuto le z, le c e i g semplici (per esempio nelle parole richeza, vechieza, vego e simili), ponendo invece le lettere doppie, allorquando così portava l’edizione da noi riprodotta. Ma ci è parso necessario rifare tutta quanta la punteggiatura, accomodandola all’uso moderno; e il lettore perdonerà se qualche volta, in questo minuto lavoro, o io, o il tipografo, siamo incorsi in qualche menda, del resto facilmente avvertibile e riparabile.

Divisione di atti e scene le Rappresentazioni non hanno: ma per indicare nel modo che credevamo migliore, ogni qual volta l’azione passava da luogo a luogo, e ad altro punto volgeasi l’occhio e l’attenzione del pubblico, lasciammo un piccolo spazio in bianco; e il lettore anche qui supplirà da per sè a quei luoghi ove ciò facesse difetto, specialmente in principio ed in fine di pagina.

Cosi pure per designare a quale fra i varii personaggi, rammentati nelle avvertenze in prosa intercalate alle ottave, veramente spettasse il discorso, adoperammo, e crediamo di aver rade volte fallato, il carattere maiuscoletto. [p. iv modifica]

Dobbiamo fare ancora una avvertenza. Questi monumenti appartengono essenzialmente al genere popolare, e niuno vorrà cercarvi le grazie e le cure della poesia letterata, non solo nei concetti e nei sentimenti, ma neppure nella grammatica, nella sintassi, nello stile, nella forma esterna insomma. Quindi è che il lettore non si scandalizzerà se qualche volta il discorso non va pei suoi piedi, se certe rime sono di semplice assonanza, se certi versi appaiono più lunghi o più corti del dovere, pensando che nella pronunzia facilmente si riducono alla loro giusta misura. Tuttavia vi sono alcune Rappresentazioni di stile più rozzo, o più malamente stampate, nelle quali invano si potrebbe colla pronunzia dare ai versi un suono migliore, nè noi abbiamo voluto arbitrariamente modificarli e correggerli, bastandoci di renderne qui avvertito il lettore, perch’egli non accagioni noi di un difetto, del quale sono colpevoli o l’autore o lo stampatore primitivo.

Diremo per ultimo come dai molti studii fatti sul Teatro antico spirituale avevamo messo insieme materia sufficiente a descrivere con qualche ampiezza le origini, le varie forme, la storia insomma della Sacra Rappresentazione. Se non che l’argomento ci era venuto per modo crescendo fra mano, che nè all’editore parve di poter dar luogo al nostro lavoro innanzi al primo volume, nè a noi bastava il cuore di restringere e quasi strozzare in poche pagine il frutto di assidue considerazioni e di continuate ricerche. Perciò, mettendo intanto a luce i testi, ci riserbiamo di pubblicare, il più presto che per noi si potrà, un volume di giusta mole su così fatto soggetto. Prendiamo intanto quest’occasione per ringraziare fin d’ora tutti quelli che vorranno cortesemente renderci avvertiti degli errori, nei quali per avventura fossimo caduti. Nello stesso tempo vorremmo pregare gli eruditi [p. v modifica]investigatori delle patrie memorie a volerci somministrare, come già non pochi valentuomini han fatto, tutte quelle notizie che loro accadesse di rinvenire nelle antiche carte, circa i titoli, gli anni, le occasioni di tali drammi spirituali in varie parti della penisola, non che sopra ogni altro particolare riguardante l’assetto scenico della Rappresentazione, sicchè ne potesse riuscire meno incompiuta, che per noi si potrà, la storia di questa antica forma di drammatica poesia.


Alessandro D’Ancona.


Pisa, Giugno 1812.