Santaccia de Piazza Montanara

Da Wikisource.
Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu corone di sonetti letteratura Santaccia de Piazza Montanara Intestazione 6 dicembre 2022 75% Da definire

Er bon padre spirituale Un gastigo de la Madonna
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

[p. 177 modifica]

SANTACCIA DE PIAZZA MONTANARA.1

1.

     Santaccia era una dama de Corneto
Da toccà ppe’ rrispetto co’ li guanti;
E ppiù cche ffussi de castagno o abbeto,
4Lei sapeva dà rresto a ttutti cuanti.

     Pijjava li bburini2 ppiù screpanti,3
A cquattr’a cquattro cór un zu’ segreto:
Lei stava in piedi; e cquelli, uno davanti
8Fasceva er fatto suo, uno derèto.

     Tratanto lei, pe’ ccontentà er villano,
A ccorno pìstola e a ccorno vangelo
11Ne sbrigava antri dua, uno pe’ mmano.

     E ppe’ ffà a ttutti poi commido er prezzo,
Dava e ssoffietto, e mmanichino, e ppelo
14Uno pell’antro a un bajocchetto er pezzo.

Roma, 12 dicembre 1832.

Note

  1. Notissima e sozzissima meretrice di chiara memoria, la quale teneva commercio nella detta piazza, solito luogo di convegno dei lavoratori romagnoli e marchegiani per trovarvi a far opera. [Da questa femmina è derivato il detto proverbiale: Santaccia che predica la castità a le rondine!]
  2. Sinonimo de’ nominati villani. [V. la nota 4 del sonetto: Le lingue ecc., 16 dic. 32.]
  3. Vistosi.
[p. 178 modifica]


2.

 
     A pproposito duncue de Santaccia
Che ddiventava fi.. da ogni parte,
E ccoll’arma e ccór zanto1 e cco’ le bbraccia
4T’ingabbiava l’uscelli a cquarte a cquarte;
              
     È dda sapé cch’un giorno de gran caccia,
Mentre lei stava assercitanno l’arte,
Un burrinello2 co’ l’invidia in faccia
8S’era messo a ggodessela in disparte.
              
     Fra ttanti uscelli in ner vedé un alocco,
“Oh,„ disse lei, “e ttu nun pianti maggio?„3
11“Bella mia,„ disse lui, “nun ciò er bajocco.„
              
     E cqui Ssantaccia: “Aló,4 vvièccelo a mmette:
Sscéjjete er bùscio, e tté lo do in zoffraggio
14De cuell’anime sante e bbenedette.„5

Roma, 12 dicembre 1832.

Note

  1. Arma e santo, è il dritto e rovescio della moneta con che giuocano i plebei al così detto marroncin. Vedi il sonetto... [Er gioco ecc., 22 agos. 30. — Del resto, l’arma e santo corrisponde al palle e santi dei Fiorentini, al caput et navis de’ Latini, ecc.]
  2. [V. la nota 2 del sonetto precedente.]
  3. Frase di egual senso alla simile toscana.
  4. [Dall’allons de’ Francesi; e il Belli avverte in più luoghi che va pronunziato coll’o stretta.]
  5. [Del Purgatorio, si sottintende.]