Saper vivere/La nota dolente/I. Il lutto

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I. Il lutto

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I. Il lutto

Non è inutile un piccolo preambolo. Vi sono degli originali a base di egoismo e di aridità di spirito, i quali dichiarano che il lutto delle vesti, della casa, dei costumi, delle consuetudini, è una vana formula; questi medesimi originali hanno trovato la comoda frase, per esentarsi da tanti doveri, da tanti obblighi, da tanti riguardi: il lutto si porta nel cuore. Benissimo! Ma si deve portare, oltre che nel cuore dolente, anche nelle vesti, anche in quanto vi circonda, bisogna anche che questo lutto si ripercuota nella vita stessa, vostra, se voi volete rendere pubblico, l’omaggio di tristezza e di rimpianto a colui che è sparito. No, il lutto non è una vana formula: gli abiti neri e opachi, i grandi veli di gramaglie, le stoffe semplici, di taglio sobrio e austero, sono più di questo: 1'astensione dalle feste, dai teatri, dai circoli, dai ritrovi, è più di questo: questa specie di gravità pensosa, di cui tutte le cose dell esistenza, intorno, si ammantano, dalla livrea dei servi alle carrozze, dai saloni chiusi ai gioielli serrati nei [p. 142 modifica]loro astucci, finché il lutto non cessi, tutto ciò, veramente, non è una vana pompa, non è una posa sociale, non è una convenzione glaciale, è qualche cosa di molto importante, come estrema devozione verso la persona che è morta. Il lutto nel cuore, sì: ma deve essere confermato da ogni vostro aspetto, da ogni vostro atto, se non volete che la gente dimentichi la perdita che avete latta, se non volete dimenticarla voi stesso. Così è: le gramaglie, i veli neri, la carta listata di nero, tutto serve a fermare meglio, in voi, il malinconico rimpianto di colui che non è più: il non onorarvi di gioielli, il non partecipare ai balli, il non farvi vedere nei caldi e scintillanti teatri, il non ricevere, tutto serve a consacrare, più seriamente, più altamente, in voi, il ricordo mesto. L’uomo non deve lasciarsi vincere e per dei e dal dolore: ma deve, di questo dolore, curare tutte le fasi successive, dallo strazio, dalla disperazione, sino alla più dolce mestizia. Ricordatevi di vivere: ma non dovete dimenticare i morti, che vi hanno amato, che hanno sofferto per voi. Se, dopo poco dalla morte di un vostro caro, voi vi vestite di bianco, andate a un ballo, date una festa in casa vostra, voi non farete credere a nessuno, che il lutto è in fondo al vostro cuore. E, difatti, se guardate bene, voi stesso, in fondo al cuore, questo lutto non lo troverete.