Se giusto duol può meritar pietade
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Ferdinando Antonio Ghedino
II
Se giusto duol può meritar pietade,
E se l’estremo supplicar de’ rei
Mai s’esaudì, deh mostrami qual sei,
Che sì mi tieni, piedi e man legate.
5Ben conosco a tua immensa potestate;
Che vai del par cogl’immortali Dei:
Ma, Signor mio, te pur veder vorrei,
Che il veder Uom non rende libertate.
Discendi in mia prigion cotanto oscura
10Con lume, e serra gli occhi, o tosto fuggi
Se pietà del mio mal ti fa paura.
Io n’ho vergogna omai, più che dolore,
Esser tant’anni, che m’affliggi e struggi,
E ancor non saper dir che cosa è Amore.