Sopra una medaglia greca in bronzo di primo modulo dell'Imperatore Antonino Caracalla
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SOPRA UNA MEDAGLIA GRECA
IN BRONZO DI PRIMO MODULO
DELL’IMPERATORE ANTONINO CARACALLA
del Professore Pietro Ignazio Barucchi.
Letta nell’adunanza del 12 febbrajo 1824.
1. Una medaglia non ben conservata, epperciò malamente letta da chi il primo la vide, ha indotto bene spesso in errore molti Antiquarj. Un tale sbaglio si è poscia propagato sinchè o quella medaglia esaminata da persona intelligente, od altra meglio conservata ristabilisce la vera lezione, e fa cangiare di sentimento gli studiosi della Numismatica. Non voglio abusare della vostra sofferenza arrecando innumerevoli esempi di tali sbagli. Uno solo ne addurrò, il quale, mentre serve a correggere l’errore preso da Onorio Arigoni, nello stesso tempo illustra una singolare medaglia del Regio Museo di Torino. Nel II tomo delle sue medaglie, stampato in Trevigi nel 1744, tavola sesta, questo Antiquario ha letto in una medaglia di Antonino detto Caracalla a cagione di certe vesti lunghe sino al calcagno, fatte venire dalla Gallia, e da lui regalate al popolo Romano, dalla parte della testa ΑΥΤΚΜΑΥΡ СΕΥ ΑΝΤΟΝΕΙΝΟС; nel rovescio ΠΛΩΤΕΙΝΟΠΟΛΕΙΤΩΝ, ΠΛΩΤΕΙΝΟΠΟΛΙС ΔΟΜΗΝΟΠΟΛΙС ΑΔΕΛΦΑΙ.
2. Il sig. abate Eckhel1 dopo avere avvisato i lettori del Museo Arigoniano a non fidarsi troppo incautamente delle impronte di molte medaglie sovente non corrispondenti agli originali, nel tomo II, parlando di questa medaglia, non proferisce alcun giudizio. E veramente in qual parte del mondo si potrebbe trovare la città di Domenopoli espressa dall’iconismo Arigoniano?
3. Come nella parte anteriore della medaglia è chiara la leggenda, e la testa di Antonino Caracalla, l’Antiquario Trevigino inventò probabilmente quella città, che portava il nome della madre dell’Imperatore. Una qualche illusione produsse anche all’abate Eckhel, il quale, sebbene dubitasse della fedeltà della medaglia Arigoniana, non tralasciò di asserire, che per avventura il nome di Domenopoli si diede a qualche città della Tracia, che fosse poscia abolito, estinta quella famiglia regnante.
4. L’abate Sestini anche egli fu indotto in isbaglio dalla leggenda Arigoniana, e riferendo la stessa medaglia, dubita se invece di ΔΟΜΗΝΟΠΟΛΙС si debba leggere ΔΥΜΗΝΟΠΟΛΙС. Non dubito punto, che il sig. Mionnet nel suo copioso catalogo delle medaglie Greche ha lasciato a bella posta questa medaglia, quantunque già rapportata da altri autori, perché conobbe essere quell’impronta o apocrifa, o non letta giustamente.
5. La preziosa medaglia del Regio Museo di Torino, che vi presento, corregge l’iconismo Arigoniano, e spiega chiaramente quali fossero le due città sorelle. La leggenda della parte della testa è differente in una sola lettera da quella del museo d’Arigoni, riferita anche da Eckhel, dal Sestini, e dal dizionario di Rasce, ΑΥΤΚΜΑΥΡСΕΟ ΑΝΤΩΝΕΙΝΟС. Nel rovescio si legge ΠΛΩΤΕΙΝΟΠΟΛΕΙΤΩΝ; si vedono due teste femminili, che si riguardano, quella, che è alla destra, ha un velo pendente dal capo con un ciuffo elevato, l’altra lo stesso velo con torre al di sopra. Sotto la prima è l’inscrizione ΠΛΩΤΕΙΝΟΠΟΛΙС; sotto l’altra si legge ΑΔΡΙΑΝΟΠΟΛΙС; più sollo ΑΔΕΛΦΑΙ. Queste due teste si predono ordinariamente per Genj tutelari di città.
6. Ma siccome di queste due città Plotinopoli, ed Adrianopoli, poste sul fiume Ebro, detto oggidì Marizza, la prima fu fabbricata da Trajano in onore di Plotina sua moglie, e l’altra detta anticamente Oresta, per testimonianza di Lampridio, fu chiamata da Adriano col suo nome Adrianopoli, è cosa verisimile, che Caracalla abbia voluto nel conio di questa moneta rinnovare la memoria di Plotina, e Sabina. Esaminando con attenzione la medaglia, pare che le due teste abbiano qualche rassomiglianza colle effigie di quelle due Imperatrici, quantunque dalla loro morte sino all’epoca di questa moneta potessero essere scorsi circa ottant’anni.
7. Di Plotinopoli, che era alla destra dell’Ebro, non rimane più alcun vestigio; anzi non se ne trova memoria nei dizionari, e nelle carte geografiche, se vogliamo eccettuare la carta geografica numismatica del Museo Tenpoli. Ma riguardo ad Adrianopoli situata sulla sinistra dello stesso fiume in poca lontananza dalla prima, si è sempre mantenuta nella sua prima grandezza. Venuta essa in potere de’ Turchi, poco dopo la metà del secolo XIV, vi piantarono la sede del loro impero, e tale restò sino alla presa di Costantinopoli nel 1453. Anzi ancora oggidì stante la salubrità della sua aria, i Sultani sogliono passarvi nella state qualche tempo.
8. Resta a spiegarsi l’ultima parola della leggenda, cioè ΑΔΕΛΦΑΙ. Non mi dilungherò nell’annoverare le varie città, che sulle monete si danno questo titolo di sorelle. In una del nostro Museo di Torino attribuita con ragione ad Alessandro Bala, perché coniata coll’epoca ΔΞΡ (164), si legge chiaramente ΑΔΕΛΦΩΝ ΔΗΜΩΝ. Questi popoli fratelli erano le quattro città di Seleucia, Antiochia, Laodicea, ed Apamea fabbricate da Seleuco Nicatore, la prima col suo nome, la seconda cosi chiamata dal nome di suo Padre, la terza da quello della Madre, e l’ultima dalla Regina sua consorte. II nome adunque di ΑΔΕΛΦΟΙ, o ΑΔΕΛΦΑΙ significa la Concordia, che passava tra varj popoli uniti insieme pel vincolo d’amicizia. Perciò non è meraviglia, se le due città di Plotinopoli, ed Adrianopoli espresse nella nostra medaglia tfatta coniare dall’Imperatore Caracalla anche un secolo circa dopo dacché fu fabbricata la prima, e l’altra onorata col nome di Adriano, continuassero ad avere il dolce titolo di sorelle: giacchè, sebbene Sabina non fosse che nipote di Plotina, era pero cotanto da questa amata che per suo riguardo Plotina fece dichiarare Imperatore Adriano. E questa osservazione può confermare l’ accennata opinione, che nelle due teste femminili poste al rovescio della medaglia si debbano ravvisare quelle due Imperatrici.
9. Marcianopoli, che prese il nome dalla sorella di Trajano, posta nella vicina Mesia, dovea pur essere stretta in lega colle due riferite città. Ma quantunque si trovino alcune monete autonome, e moltissime imperiali di Marcianopoli, sinora gli Antiquarj non hanno pubblicato alcuna moneta, che ci indichi l’alleanza colle altre due. Chiuderò questo qualunque siasi breve discorso sopra l’insigne moneta di Caracalla, osservando, che la citata Arigoniana contiene non il nome della sognata Domiinopoli, o Domenopoli, ma bensì di Adrianopoli, essendo cosa facilissima in una alquanto corrosa medaglia prendere per un Δ la lettera Α, e formare con lettere guaste il nome di una città qualunque.
Ta. II. Accad. R.e Tom. 29. Classe di Sc. Stor. mor. e fil. pag. 54. |
Note
- ↑ Doct. Num. Vet. Tom. I. p. 163
- Testi in cui è citato Onorio Arrigoni
- Testi in cui è citato Joseph Hilarius Eckhel
- Testi in cui è citato Domenico Sestini
- Testi in cui è citato Théodore Edme Mionnet
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