Studi storici sul centro di Firenze/Il centro di Firenze nel 1427/Introduzione

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Introduzione

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Il centro di Firenze nel 1427 Il centro di Firenze nel 1427 - I

[p. 17 modifica]Un cumulo di memorie, di ricordi, di tradizioni consacrate da secoli di esistenza, registrate nei libri, ripetute dalla viva voce del popolo, forma la storia di quell’ammasso di bruni edifìzi che costituiva il centro, il cuore della vecchia città e che oggi man mano scompare nell’eterno oblio, sagrificato ai bisogni ed all’esigenze della vita moderna.

Cadono insieme, palagi, torri, logge, chiese, case modeste, tugurj e con loro vengono a mancare tanti documenti parlanti di un passato in cui si alternano e le glorie serene e le penose vergogne; i fasti ed il lutto della patria; lo splendore dell’antico patriziato ed il rattristante squallore della miseria, il culto dell’arte ed il sentimento trasformatore.

Spariscono d’un tratto le tracce che venti secoli diversi fra loro per uomini e per costumi hanno accumulate, riunite, sovrapposte, là, in quelle fabbriche che oggi cadono rumorosamente quasi protestino colla solidità delle loro mura contro l’opera dei demolitori.

Dal fasto esuberante dei coloni romani edificatori di templi luccicanti per i marmi irradiati dal sole, all’austera e tetra severità dei repubblicani del medioevo che la fiera semplicità loro trasfondevano nei cupi palagi e nell’eccelse [p. 18 modifica]torri; dalla soave e pura bellezza del Rinascimento, fino alla esagerata profusione dei barocchi, fino alla incolora ed incerta architettura moderna, l’arte del fabbricare ha avuto la sua rappresentanza, il suo periodo dominante, in quel vecchio e pittoresco quartiere.

Firenze Romana ebbe là il suo Campidoglio sacro e temuto, i templi degli Dei pagani, il suo foro, le sue mura, abbattute poi, seppellite, nascoste sotto le nuove fabbriche, sotto le masse di rottami delle distruzioni, sotto le sabbie delle alluvioni dell’Arno ed oggi le tracce di tanta magnificenza dovranno ricercarsi nelle viscere della terra.

Firenze mediovale vi ebbe palazzi che parevano fortezze, protettori talvolta e talvolta oppressori, delle umili chiese e delle case modeste; vi ebbe le magioni dei suoi grandi cittadini, i fondachi dei suoi ardimentosi mercanti, le torri fieri strumenti delle fazioni, le sue prime e poetiche chiesette, le logge della sua nobiltà, le residenze delle sue potenti associazioni delle arti.

È l’intera storia di Firenze, colle sue vicende così varie e così alternate, la storia delle sue aspre fazioni, della sua grandezza commerciale, delle sue imprese guerresche, delle sue glorie artistiche che si leggeva su quegli edifizj ormai in parte atterrati, in parte destinati a cedere il campo a fabbriche moderne.

E il cuore di Firenze che sparisce, è tanta parte della sua caratteristica apparenza che si trasforma, ed è obbligo nostro lasciare almeno d’ogni cosa importante destinata a perire quelle memorie, quei dati che valgano a perpetuarne almeno il ricordo.

Ed ecco perchè è parso non tanto opportuno quanto doveroso, il raccogliere tutto ciò che può servire ad illustrare quella vecchia parte di Firenze.

Strade, piazze, palazzi, torri, chiese, edifizj diversi per uso e per forma, tutti hanno un interesse proprio e speciale, [p. 19 modifica] tutti hanno offerto ed offriranno materia di studio al paziente raccoglitore dei patrj ricordi.

Si procurerà di avvalorare colle tracce raccolte nelle escavazioni del suolo le nude affermazioni degli eruditi del passato e le vaghe tradizioni, di collegare coi cimelii apparsi in altri tempi quelli che per avventura potranno rintracciarsi in breve, per dissipare e chiarire il dubbioso mistero che avvolge il ricordo di Firenze Romana.

Le carte dei notarj, dei religiosi, dei pubblici uffici, conservate nei nostri ricchissimi archivj ci porgeranno gli elementi per ricostruire possibilmente la storia delle fabbriche più importanti dell’evo medio e dei tempi successivi.

Gli archivj delle arti e di alcune magistrature daranno campo a studiare certi costumi, certe usanze che alle varie vicende di questa località si riferiscono.

È un vasto campo di studj che servirà a portare un efficace e certo non disutile tributo alla nostra storia e che varrà a lasciare ai posteri chiara ricordanza di un quartiere del quale quasi ogni traccia verrà a sparire.

La pianta che oggi sottoponiamo all’esame ed al giudizio dello studioso, non è che una parte modesta, non è che un semplice saggio degli studj che in avvenire potranno esser fatti con risultati più completi e con più scrupolosa esattezza.

È la pianta del quartiere del Mercato Vecchio, quale doveva essere press’a poco nel 1427, l'anno in cui istituita la Decima o catasto, ogni cittadino era chiamato a denunziare dinanzi agli Ufficiali preposti a quell’ufficio, quali beni possedesse, quali fossero le sue rendite, quali i suoi carichi, i suoi debiti, i componenti la sua famiglia.

Preziosissimi documenti racchiudono quei Campioni, fonte inesauribile di notizie, di particolari, di ricordi, che interessano ogni sorta di studj relativi alla storia di Firenze.

E sfogliando quelle carte dove la maggior parte de’ [p. 20 modifica] cittadini di que’ tempi hanno di mano propria e spesso con esuberante diffusione descritto l’essere loro, che abbiamo trovato gli elementi per ricostruire alla meglio la pianta di que’ tempi così lontani.

La mancanza di qualche carta, talvolta l’esiguità dei particolari descrittivi, la completa trasformazione di alcune parti senza che delle preesistenti si siano lasciati segni palesi, la ristrettezza del tempo che a questo lavoro abbiamo potuto dedicare, ci facciano scusare la mancanza di più minuziose indicazioni, l’incertezza di qualche nome o della traccia di qualche strada successivamente disfatta.

Abbiamo voluto dare un’idea del numero infinito di stradelle cupe, tortuose, strette che in ogni senso attraversavano questo quartiere isolandone le fabbriche, un’idea delle località dove molte delle più antiche e celebri famiglie ebbero le primitive case loro, le loro torri, le loro logge; abbiamo voluto ricordare i luoghi dove furono alcune delle prime chiese cristiane a Firenze, rammentare certi nomi che in que’ tempi lontani avevano alcune delle vie del centro di Firenze; abbiamo con questo saggio modesto esposto un concetto, e al tempo stesso un desiderio di ricostruire la pianta intera della Firenze di quella stessa epoca.

Gli studj successivi e più che altro le vestige che nelle demolizioni avvenire saranno poste in luce, varranno a completare ed a correggere ciò che oggi presentiamo senza pretese e sotto la semplice forma di uno studio preparatorio e di un saggio di ciò che ricercando nei nostri archivj può ottenersi.

Nel 1427 il periodo più fiero delle fazioni, dei torbidi, delle guerre, era tramontato, lasciando le tracce del suo lungo e penoso passaggio.

Molte famiglie impoverite dalle fazioni, cacciate in bando, estinte, non avevano più in questo quartiere i forti palagi e le torri eretti sulle rovine della città romana; a qualche [p. 21 modifica] palagio caduto ed abbattuto per rabbiosa vendetta delle fazioni trionfanti, erano sottentrati poveri casolari e meschini tugurj; le torri fatte scapezzare dal governo popolare per fiaccar l’alterigia dei grandi, erano scomparse e destinate ad altri usi; la Parte Guelfa che s’impadroniva dei beni dei ribelli o le corporazioni delle arti occupavano e tenevano i possessi antichi dei Ghibellini sbanditi ed esuli, quindi questo quartiere aveva già subito una prima trasformazione, aveva perduto pressoché le tracce dei tempi in cui nella piazza dell’antico Foro del Re, attorno alle chiese che furono tra le prime parrocchie di Firenze, nelle cupe stradelle minacciosamente stavano le una di fronte alle altre le forti ed altissime torri merlate delle famiglie guelfe o ghibelline ricordate nelle istorie del Malispini e del Villani.

Cotest’epoca precedente è stata in parte studiata1 in molte altre parti dovrà esserlo e la pubblicazione presente e le ricerche fatte per essa saranno utili per risalire ad epoche più lontane.

Frattanto, perchè le indicazioni della pianta abbiano spiegazioni più chiare ed illustrazioni maggiori, abbiamo qui raccolto una quantità di notizie e di ricordi che abbiamo suddivisi in tante parti rappresentate da gruppi di fabbricati che nella pianta si trovano indicati da grossi numeri romani.


Note

  1. Non è molto che il Municipio di Firenze faceva acquisto di una pianta del Centro di Firenze compilata dal Sig. C. Giammattei-Cosci studioso ricercatore di antiche memorie. In essa sono indicati i possessori di case e di palazzi in vari secoli, ma particolarmente prima assai della istituzione del catasto, e sono notate poi molte fra le torri che sorgevano in quella località.