Sulla origine delle specie per elezione naturale, ovvero conservazione delle razze perfezionate nella lotta per l'esistenza/Capo XIII/Mancanza dei batraci e dei mammiferi terrestri nelle isole oceaniche

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Capo XIII

Mancanza dei batraci e dei mammiferi terrestri nelle isole oceaniche

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Capo XIII - Sugli abitanti delle isole oceaniche Capo XIII - Relazione degli abitanti delle isole con quelli dei continenti più vicini


In quanto alla mancanza di ordini interi sulle isole oceaniche, Bory de Saint-Vincent da molto tempo ha osservato che i batraci (rane, rospi, salamandre) non furono mai trovati sopra alcune delle molte isole che sono sparse in tutti i grandi oceani. Mi sono impegnato a verificare questa asserzione ed ho constatato che sussiste pienamente, se si prescinde dalla Nuova Zelanda, dalla Nuova Caledonia, dalle isole Andaman e forse dalle isole di Salomone e dalle Seychelles. Ma dissi già essere cosa dubbia, se la Nuova Zelanda e la Nuova Caledonia possansi annoverare tra le isole oceaniche, e maggiore è ancora il dubbio a riguardo del gruppo delle Andaman e di Salomone e delle Seychelles. Questa generale assenza delle rane, dei rospi e delle salamandre in tante isole oceaniche non potrebbe attribuirsi alle loro condizioni fisiche; infatti sembra che le isole siano particolarmente convenienti a questi animali: perchè le rane furono introdotte a Madera, nelle Azzorre e all’Isola Maurizio, e vi si moltiplicarono in modo da divenire dannose. Ma sapendosi che questi animali e le loro uova fecondate sono immediatamente uccisi dall’acqua del mare, deve essere assai difficile il loro trasporto a traverso del mare, e da ciò risulta, secondo le mie idee, il motivo per cui non esistono in ogni isola oceanica. Del resto sarebbe molto arduo lo spiegare per quale ragione non siano state create colà, seguendo la teoria delle creazioni indipendenti.

I mammiferi presentano un altro caso simile. Ho riveduto diligentemente i viaggi più antichi e non ho ancora compiute le mie ricerche, ma non ho finora trovato un solo esempio bene accertato di mammiferi terrestri (eccettuati gli animali domestici che si conservano dagli abitanti) che abitano un’isola situata a 300 miglia da un continente o da una grande isola continentale; e molte isole che sono ad una distanza molto minore ne sono prive. Le isole Falkland, che sono abitate da una volpe simile al lupo, formano quasi una eccezione; ma questo gruppo non può riguardarsi come oceanico, mentre poggia sopra un banco legato col continente e distante dal medesimo 280 miglia circa; inoltre i ghiacci galleggianti trasportarono anticamente dei massi di roccie sulle loro coste occidentali e quindi possono anche avervi depositato delle volpi, come accade spesso anche al presente nelle regioni artiche. Nondimeno non potrebbe asserirsi che le isole piccole non possono dar ricetto ai piccoli mammiferi, perchè questi si trovano in molte parti del mondo sopra piccolissime isolette, in prossimità dei continenti; nè può citarsi un’isola sola in cui i nostri minori mammiferi non siano stati naturalizzati e non si siano moltiplicati grandemente. Nè potrebbe dirsi, in base dell’opinione comunemente adottata delle creazioni, che in quei luoghi mancasse il tempo per la creazione dei mammiferi; molte isole vulcaniche infatti sono abbastanza antiche, come lo provano le meravigliose degradazioni che soffrirono e i loro strati terziari; vi fu inoltre del tempo sufficiente per la produzione di specie endemiche appartenenti ad altre classi; ed è cosa nota che sui continenti i mammiferi appariscono e si perdono più rapidamente degli altri animali inferiori. Sebbene non si incontrino mammiferi terrestri nelle isole oceaniche, pure in quasi tutte queste isole si osservano dei mammiferi volanti. La Nuova Zelanda possiede due pipistrelli che non si trovano in qualsiasi altra parte del mondo; l’isola Norfolk, l’Arcipelago Viti, le isole Bouin, gli arcipelaghi delle Caroline e delle Marianne e l’Isola Maurizio, posseggono tutte i loro pipistrelli speciali. Ora potrebbe domandarsi, come la supposta forza creatrice abbia formato su quelle isole remote soli pipistrelli e non altri mammiferi? Secondo il mio modo di vedere, a quest’interrogazione può rispondersi agevolmente; perchè niun mammifero terrestre può essere trasportato sopra grandi spazi di mare, ma i pipistrelli possono facilmente volare fino a quelle isole. Si sono veduti pipistrelli che erravano di giorno sull’Oceano Atlantico a molta distanza dalle terre, e due specie dell’America settentrionale sia regolarmente, sia accidentalmente visitano la Bermuda alla distanza di 600 miglia dal continente. Ho appreso dal Tomes, che ha studiato particolarmente questa famiglia, che molte di queste specie hanno una estensione enorme e si trovano sui continenti e sulle isole più lontane. Conseguentemente non ci resta che da supporre che queste specie erranti siano state modificate, mediante l’elezione naturale nelle loro nuove dimore, in relazione alla nuova loro posizione: e allora facilmente capiremo la presenza dei pipistrelli endemici sulle isole, colla mancanza di tutti gli altri mammiferi terrestri.

Oltre l’assenza dei mammiferi terrestri, in relazione alla distanza delle isole dai continenti, vi è anche un’altra relazione, fino ad un certo punto indipendente dalla distanza, fra la profondità del mare che separa un’isola dal continente più vicino e la presenza in entrambi della medesima specie di mammiferi o di specie affini, in condizioni più o meno modificate. Windsor Earl ha fatto alcune notevoli osservazioni, a questo riguardo, sul grande Arcipelago Malese che è attraversato presso Celebes da una striscia di mare molto profondo; questo spazio divide due faune mammologiche completamente diverse. Da un lato di questo spazio le isole giacciono sopra banchi sottomarini non molto profondi e sono abitate da quadrupedi identici, o almeno molto affini. Senza dubbio in questo grande arcipelago si notano alcune anomalie, e in certi casi è molto difficile formare un giudizio intorno alla probabile naturalizzazione di alcuni mammiferi e decidere se abbia da attribuirsi all’opera dell’uomo; ma noi avremo presto molte notizie sulla storia generale di quell’arcipelago, per le ricerche e lo zelo mirabile del Wallace. Io non ebbi ancora tempo di continuare l’esame di tale soggetto per tutte le parti del mondo; ma per quanto potei osservare, la relazione ora detta generalmente si verifica. Noi vediamo la Gran Bretagna separata dall’Europa mediante un Canale poco profondo e i mammiferi sono i medesimi da ambe le parti dello stretto; e troviamo dei fatti analoghi sopra molte isole divise dall’Australia per mezzo di consimili canali. Le isole delle Indie Occidentali giacciono sopra un banco sommerso, alla profondità di 1000 braccia, e vi troviamo le forme americane; ma le specie ed anche i generi sono molto distinti. Siccome il complesso delle modificazioni in ogni caso dipende fino ad un certo grado dal tempo trascorso, ed è chiaro che nei cambiamenti di livello le isole separate da canali poco profondi possono essere state unite più facilmente in continuità della terraferma in un periodo recente di quelle isole che sono separate da canali profondi, ci sarà facile intendere la frequente relazione che si nota fra la profondità del mare e il grado di affinità dei mammiferi abitanti le isole con quelli del continente più vicino, - relazione che sarebbe inesplicabile secondo la teoria degli atti indipendenti di creazione.

Tutte le precedenti considerazioni sugli abitanti delle isole oceaniche, vale a dire la scarsezza delle specie, - la ricchezza delle forme endemiche in particolari classi o sezioni di classi, - la mancanza di interi gruppi, come di quello dei batraci e dei mammiferi terrestri, non ostante la presenza dei pipistrelli, - le proporzioni singolari di certi ordini di piante, - lo sviluppo delle forme erbacee in alberi, ecc.,- mi sembra che concordino meglio coll’idea dei mezzi occasionali di trasporto, i quali ebbero una grande influenza nel lungo corso dei tempi, di quello che coll’opinione che tutte le isole oceaniche siano state anticamente unite per mezzo di terre continue col continente più vicino; perchè in questa seconda ipotesi la migrazione probabilmente sarebbe stata assai più completa; e se si ammettano le modificazioni, tutte le forme viventi sarebbero state più equabilmente modificate, in tal caso, in ragione della importanza superiore delle relazioni fra organismo ed organismo.

Non nego che esistano ancora molte e gravi difficoltà per dimostrare in che modo diversi abitanti delle isole più remote possano essere giunti nelle loro attuali dimore, sia conservando ancora la stessa forma specifica, sia modificandosi dopo il loro arrivo. Ma non deve trascurarsi la probabilità dell’antica esistenza di molte isole come luoghi di stazione, delle quali non rimane oggi alcun avanzo. Darò qui un solo esempio di questi casi difficili. Quasi tutte le isole oceaniche, anche le più isolate e le più piccole, contengono dei molluschi terrestri che generalmente appartengono a specie endemiche, ma talvolta anche a specie che trovansi altrove. Il dott. Augusto A. Gould ha esposto vari fatti interessanti riguardo ai molluschi terrestri delle isole del Pacifico. Ora è cosa nota che i molluschi terrestri sono facilmente uccisi dall’acqua salata; le loro uova, quelle almeno che furono da me sperimentate, si affondano nell’acqua del mare e vi muoiono. Devono dunque esistere, secondo la mia teoria, alcuni mezzi ignoti ma altamente efficaci pel trasporto delle medesime. Non potrebbero i giovani molluschi, appena usciti dall’uovo, accidentalmente arrampicarsi e restare attaccati ai piedi degli uccelli che si fermarono sul terreno ed essere così trasportati da essi? Mi sono immaginato che i molluschi terrestri, quando passano l’inverno ed hanno la bocca della loro conchiglia munita di un opercolo membranoso, possano trovarsi nascosti nelle fessure dei legni galleggianti e traversare dei bracci di mare di qualche larghezza. Ho trovato che varie specie possono sostenere, senza danno, in questo stato un’immersione di sette giorni nell’acqua del mare; uno di questi molluschi era l’Helix pomatia, la quale, dopo un riposo invernale, venne immersa di nuovo per venti giorni nell’acqua marina e la ricuperai in uno stato perfetto. In questo tempo essa avrebbe potuto essere trasportata da una corrente marina di mediocre celerità fino alla distanza di 600 miglia geogr. Siccome questa specie di Helix possiede un grosso opercolo calcareo, lo levai, ed appena se ne era formato un altro membranoso, la sommersi di nuovo per quattordici giorni nell’acqua marina, dopo di che si riebbe perfettamente e se ne andò. Simili esperimenti fece di recente il barone Aucapitaine; egli mise 100 lumache terrestri, appartenenti a 10 specie, in una cassa munita di fori, e le sommerse durante quattordici giorni nell’acqua marina. Delle 100 lumache ne camparono ventisette. La presenza dell’opercolo sembra essere stata importante, poichè dei dodici esemplari della Cyclostoma elegans, la quale ha un opercolo, 11 si conservarono vivi. Se considero che la Helix pomatia, con cui io ho sperimentato, ha resistito sì bene all’acqua marina, è rimarchevole che dei 55 esemplari appartenenti a quattro specie di Helix, co’ quali ha sperimentato l’Aucapitaine, neppure uno siasi conservato. Del resto non è probabile che le lumache terrestri siano state spesso trasportate in questo modo; i piedi degli uccelli sono un mezzo di trasporto più probabile.