Trattato completo di agricoltura/Volume II/Piante annuali leguminose, oleifere e tessili/1

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Della Fava

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Piante annuali leguminose, oleifere e tessili - 2
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della fava.

§ 785. La fava (vicia faba) conta fra noi due varietà, la fava invernenga, detta comunemente fava baggiana, e la fava marzuola detta cavallina, più piccola dell’altra.

In Lombardia la fava è poco coltivata perchè la colonia con fitto a grano, come già più volte ho fatto notare, impedisce al coltivatore di variare i prodotti.

Nel Piemonte e nell’Italia inferiore posta alla destra del Po, la fava è coltivata maggiormente, e da essa se ne ritrae un vantaggio sconosciuto alla sinistra di detto fiume. La fava nelle circostanze favorevoli, cioè nelle terre in cui prospera il frumento, dà un prodotto che supera i 30 ettolitri di grano all’ettaro, quantità uguale ad un buonissimo raccolto di frumento, dal prezzo del quale la fava non è inferiore che d’un terzo. La fava poi, considerata come coltivazione estiva, è di un prodotto più certo, perchè si raccoglie prima che la stagione diventi arida, maturando essa 15 giorni circa prima del frumento. Inoltre, monda il terreno siccome pianta sarchiata e lascia maggior tempo per una seconda coltivazione, o per disporre convenientemente il terreno alle coltivazioni jemali.

§ 786. La fava poi ha una tal composizione per la quale riesce assai nutriente; allo stato normale contiene 8,6 per % di acqua. La sua composizione e la seguente:

Secca Verde
disseccata
Amido, destrina, zuccaro 51,50 55,85
Materie azotate 24,40 29,05
      »       grasse 1,50 2,00
Cellulosa 3,00 1,05
Sali 3,60 3,65
Acqua 16,00 8,40
100,00 100,00.

Dal che si riconosce che allo stato verde la fava contiene maggior quantità di materie nutrienti. Questa è la [p. 34 modifica]composizione data dell’Einhoff, dove la proporzione dell’acqua sarebbe quasi doppia di quella che ordinariamente si riscontra nella fava, cioè di 8,6 per %.

Le ceneri danno le sotto indicate sostanze:

Potassa 45,46
Calce 4,72
Magnesia 6,13
Ossidi di ferro e manganese 0,66
Acido fosforico 39,11
    »     silicico 0,47
96,55.

§ 787. Dall’esame della composizione della fava, e da quello delle sue ceneri, risulta non solo la grande facoltà nutritiva di questo grano, ma eziandio che il terreno più adatto per la sua coltivazione è quello che conviene anche al frumento, cioè l’argilloso alquanto umido. La fava incomincia a vegetare quando la temperatura media è giunta a +6°, il che ordinariamente succede verso il principio di Marzo, e richiede circa 1700 di temperatura media all’ombra per maturare il grano, in modo che si raccoglie circa la metà di giugno, epoca dopo la quale ordinariamente il melgone comincia a soffrire per la siccità naturale al nostro clima. Dopo la fava si potrebbe con successo coltivare il melgone quarantino, ove sia abbondanza di concime e d’acqua d’irrigazione, oppure il miglio, il panico e la fraina, ove non si abbiano questi vantaggi.

Dall’ispezione dei componenti della fava sembrerebbe ch’essa abbisogni di molto concime, se non si voglia lasciar esaurire il terreno de’ principj organici azotati. Il fatto però prova il contrario, che anzi ripetendo anche per tre anni la coltivazione della fava sullo stesso spazio e senza concime, avviene che il terreno contenga maggior azoto al finire del 2° anno o del 3.°, che non nel 1.° avanti che si seminasse la fava. Ecco quanto ci riferisce Arturo Jung per un ettaro di terreno che produceva ordinariamente ettolitri 17 circa di frumento, seminato a fave per tre anni consecutivi, lavorato in autunno ed in primavera, piantando in linee distanti 0m,60. [p. 35 modifica]

Prodotto Azoto del raccolto
Frumento, meno la semente Ettol. 15,25 Chil. 31,20
1.° Raccolto di fave Ettol. 15,7 Chil. 147,32
2.°          » » 17,4 » 112,93
3.°          » » 36,3 » 235,59
Azoto dei tre raccolti Chil. 495,84
Nella terra esisteranno » 115,00
Eccedenza Chil. 380,84.

Vedesi adunque che dopo il terzo consecutivo raccolto il terreno è più ricco in azoto che non avanti il primo. Io voglio che questi calcoli siano alquanto inesatti od esagerati; voglio pure che il terreno, se ha guadagnato dell’azoto, abbia perduta molta potassa ed altri sali inorganici, ma in qualunque modo un vantaggio vi deve essere certamente, fosse questo anche una scarsa dose di azoto, il quale potrebbe essere utilizzato coltivando qualche pianta che ne abbisogni per una rigogliosa vegetazione. Si sa inoltre dall’esperienza che generalmente le piante leguminose (trifoglio, medica) hanno la facoltà di fissare l’ammoniaca o l’azoto dell’atmosfera, per cui queste piante vengono considerate come miglioranti: ora la fava appartiene essa pure a questa classe di piante, ed è quindi assai verosimile che agisca egualmente, assortendo l’ammoniaca o l’azoto dell’atmosfera.

Per quanto però la fava arricchisca, per così dire, il terreno, non è però a credere che si possa coltivare con buon successo in qualunque terreno e senza concime: questa pianta anzi nel primo anno esige una buona concimazione, singolarmente di ceneri, ed un profondo e ben fatto lavoro; un secondo successivo raccolto esigerebbe forse di meno perchè i lavori, le sarchiature e la concimazione del primo, hanno già reso discretamente buono il terreno.

§ 788. Quel pezzo di terra che vuolsi coltivare a fava deve essere lavorato avanti l’inverno: subito dopo l’inverno si erpica per uguagliare il terreno già reso polverulento dall’azione del gelo; indi si concima e si fa un secondo lavoro.

La semina ne’ climi caldi si può fare in Novembre; ma ordinariamente è meglio seminare sul principio di primavera. La semina non dovrebbe mai farsi a gettata, perchè difficilmente si può sarchiare e tener mondo il terreno dalle cattive erbe, e per conseguenza scomparirebbero molti dei vantaggi [p. 36 modifica]che apporta una pianta sarchiata. Meglio sarà dunque seminare in linea col seminatore o col foraterra, interrando i grani a non più di 0m,05 o di 0m,08. Le linee si terranno distanti fra loro da 0m,35 sino a 0m,65, secondo che il lavoro si faccia a mano, o col mezzo del coltivatore tirato da un cavallo. Sulla stessa linea i grani saranno distanti fra loro da 0m,15 a 0m,30. Per la semina a gettata occorrono ettolitri tre di grano per un ettaro; per quella in linea basta un terzo della suaccennata quantità.

Nate le piante, si fa una prima zappatura quando siano alte abbastanza da non esser ricoperte di terra; ed una seconda quando abbiano un’altezza di 0m,15 o 0m,16.

Quando la pianta abbia formato un buon numero di bacelli inferiormente, è meglio cimare la parte superiore di essa onde il vigore non si disperda inutilmente. Gli ultimi fiori di solito non maturano perchè vanno incontro alla stagione troppo arida, la quale alterando l’organizzazione della cima, che è la parte più tenera, fa sì che la pianta venga presa da alcune specie di afidi (comunemente pulci) che finiscono a guastare tutte le foglie della pianta ed a far soffrire anche i grani de’ bacelli inferiori. La cimatura si fa con una falce leggiera, o con una lama di sciabola.

Si deve tagliare la fava quando il maggior numero de’ bacelli sia maturo; gli altri continuano a maturare anche staccati dalla radice. Il prodotto d’un ettaro l’ho già riportato di ettolitri 30; i quali hanno il valore di un terzo più basso di quello del frumento. Un ettolitro pesa chilogrammi 88 circa.

§ 789. Altro dei vantaggi che si ha dalla fava è quello di farne sovescio appena che abbia messo il fiore, essa bonifica il terreno assai più del lupino; nel Bolognese si fa precedere questo sovescio alla coltivazione della canapa.