Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 58

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Libro II - Capitolo 58

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Dell’obligo di udir la messa. Cap. LVIII.

Saria cosa molto fruttuosa, et degna di lode che ogni giorno si udisse da christiani la Messa, parlo de gli huomini, perche quanto alle donne, per diversi rispetti di quel sesso, et per la cura domestica, non è forsi da persuadere il medesimo cosi indistintamente. Io non so vedere alcuno cosi occupato, etiandio parlando de gli artegiani, i quali con le fatiche cotidiane si guadagnano il vitto, et si sostentano, che non potesse consecrare meno d’una piccola hora a Dio, per intervenire divotamente a Messa, massime dove è facilità di udirla, che saria un provedersi di particulare aiuto, acciò tutte le operationi di quel giorno fossero più felici, et benedette da Dio, ma nondimeno poi che gli impedimenti, et occupationi della vita civile sono molti, et di molte maniere, et la Santa Chiesa madre pietosa, et benigna, non ha voluto obligarci sotto peccato, se non a i giorni dominicali, et festivi, almeno in questi non preterisca giamai il padre di famiglia di udir la Messa con tutti di casa, tra i quali intendo anchora quelli che hanno cura de i campi, et d’armenti, a i quali con qualche buon modo che la prudenza, et molto più la carità christiana gli suggerirà, ha da ingegnarsi di provedere; si che per quanto si possa senza incommodo, et danno notabile de i ministerii loro, intervengano alla Messa. Ma venendo al nostro fanciullo procuri di avvezzarlo a questo fermo proponimento, di non volere giamai lasciare la Messa, nè egli, nè suoi famigliari per qualunque occupatione, et bisogno temporale, non che per vano diletto di andare a caccia, o simigliante, si come alcuni fanno, che non solamente per il guadagno, ma per solo piacere, occupano i servitori in modo, che non possono satisfare al precetto della Chiesa; la colpa de i quali è gravissima, perciò che non può, nè deve il servitio humano andare del pari giamai, non che impedire il servitio di Dio. Qui si potria toccare alcuna parola, [p. 64v modifica]di certe usanze poco christiane, quando, ò per cagione di duolo, per la morte de i propinqui, ò per viduità, o perche le figliuole sono di età già nubile, lasciano di andare alla Chiesa, li quali rispetti, et altri simili che possono avvenire, se siano sufficienti ad escusare in alcun particolare caso, lo lascio alla determinatione de i buoni, et intendenti confessori, co’l giuditio de i quali deve governarsi, chi ama la salute dell’anima sua. Ma il nostro figliuolo bene, et christianamente educato havrà per regula certissima, che se giusta, et grave necessità non s’interpone, il giorno di Domenica, et di festa ha da essere di Dio, et suo, cioè dell’anima, et della quiete, et refettione spirituale. Non saria anchora se non cosa molto lodevole, per toccar una parola di questo che la Messa si udisse da ciascheduno nella propria Parocchia, honorando il proprio Pastore, et per molti altri buoni effetti, per i quali anticamente questo instituto era osservato da i fideli, et commandato da i sacri Canoni.