Utente:Pirizz

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Benvenuti !


AVVERTIMENTO[modifica]

".........A me, cui lo studio della letteratura è sempre parso studio di moralità e d'umanità, nel vecchio senso della parola, sia dunque concesso, di quando in quando, esporre alla vostra attenzione alcuni sentimenti, alcune opinioni dei nostri grandi scrittori, perchè voi meditandoli e maturandoli nella vostra mente ne possiate cavare, non frutto d'arida e pomposa erudizione, ma argomento di nobili propositi e di civili virtù. Ben so, che questo mio modo di considerare lo studio letterario farà arricciare il grifo a quanti, sotto lo specioso pretesto di muover guerra alla retorica, vorrebbero, in nome d'una scienza nuovissima e del miracoloso processo realistico, ridurre la letteratura a studio chimico di parole e a riproduzione fotografica del pattume; ben so, che voi, poveretti, condannati ad ascoltarmi uscirete da questa scuola senza la consolazione d'una notizia biografica, senza il tesoro d'una bibliografia su questo o quell'altro argomento, senza conoscere, o disgraziati! quanti centimetri era lungo il naso dell'Alighieri, se Petrarca aveva il piede piccolo, se madonna Laura aveva il seno opulento; voi o miseri, non imparerete da me la storia dell'articolo, la biografia del sostantivo, il matrimonio del punto e virgola; ma se un nobile sentimento, una simpatia generosa, un concetto elevato farà palpitare il vostro cuore, dilargare la vostra mente, corroborare o ingentilire l'indole dell'animo vostro, io non giudicherò affatto inutile il mio insegnamento............."- Università di Catania - tratto dall'introduzione alla lezione "L'odio di F. Petrarca" di Mario Rapisardi

Pag. in costruzione

Philippe de Champaigne, Natura morta, Le Mans, Musée des Beaux-Arts

Per monti e per abissi ella correa,
 A la mia pace, all'amor mio rubella,
 Femmina ad altri, a me regina e dea,
 Ingannatrice sempre e sempre bella.


 Al gelo, al foco, al sole, a la procella
 Dietro a lei d'un suo bacio io mi struggea;
 Essa, dal mio languir fatta più fella,
 A un vulgo abjetto i baci suoi vendea.

 Fermossi un giorno alfin: la disdegnosa
 Fronte rivolse, e a me, ch'ansava forte
 Fra speranza e timor, fatta pietosa,

 Eccomi, disse con parole accorte,
 Vieni, son tua, sovra il mio cor ti posa...
 M'hai creduto la Gloria e son la Morte.

(Le Ricordanze di Mario Rapisardi)




Le voci che ho scritto o a cui ho contribuito in modo (significativo*) QUI[modifica]

Spesso, d'un libro vittima,
Su la punta o sul fil d'una sentenza,
Pende, sospesa in bilico,
Un'anima, un destino, un'esistenza!

Giuseppe Aurelio Costanzo, 1880

Anarchia del Genio[modifica]

"Quando un edificio minaccia rovina, si ricorre provvisoriamente ai puntelli; quando una istituzione è marcia, si ricorre alle leggi. Le leggi circondate di tanta maestà dall'interesse di chi le manipola e le promulga; le leggi riverite e temute dalla moltitudine, che vede in esse le regole immortali della propria condotta e quasi tanti riflessi della volontà e della potenza divina, non sono per lo più che l'espressione del volere dei più forti a tutela e vantaggio proprio, a danno e spavento dei deboli; la così detta santità delle leggi non e spesso che la sanzione dell'astuzia o della violenza, la tutela del privilegio, la canonizzazione della vendetta. Un tempo si fece derivare il diritto, che altro non è in sostanza che la maschera della forza, dal seno stesso di Dio; più tardi s'inventò un diritto naturale, quasi che le leggi inculcate dai vincitori ai vinti fossero un riflesso delle leggi che governano l'universo, si trovò poi un ordine morale e un ordine giuridico, esistenti per sé e superiori alla vita umana nello spazio e nel tempo, quasi due metacosmi epicurei inviolati ed eterni, abitati da demiurghi misteriosi che movessero immoti l'organismo politico e morale entro un cerchio adamantino.

Si cominciò finalmente a sospettare che tutti questi ordini e sottordini, quando non servono di reti e di tranelli, siano metafisicherie d'intelletti barcollanti nell'ebrezza dell'orgoglio umano fuori della natura e del vero; che tutte le norme, credute immutabili ed immortali, siano anch'esse soggette ai mutamenti e alla morte, non solo per essere sostituite da altre più razionali e più giuste, ma per lasciar libero il campo a una concezione della natura e della storia scevra di tutto quel meccanismo, che la paura, la metafisica e l’ipocrisia umana hanno sovrapposto in ogni tempo alla realtà delle cose….. ......." Università di Catania - tratto dall'introduzione alla lezione "Anarchia del Genio" di Mario Rapisardi

     
Gli Eroi della Soffitta
Chi sono? - Quanti assetano
Di vasto impero e di superba altezza
Quanti piegar disdegnano
La groppa al basto, il collo a la cavezza.

Come leoni ed aquile
Forti e selvaggi odian la greppia e il branco;
E a corse e a voli agognano,
Ma senza morso in bocca e sprone al fianco….
 (Giuseppe Aurelio Costanzo, 1880)


Ho scritto malissimo lo so; e non per la fretta e la furia con cui ho scritto; ma perchè non so far di meglio. Mi biasimerai? Non m'importa. Non ho nulla da perdere nella fama.- Pirizz 00:05, 5 nov 2007 (CET)

Collegamenti esterni[modifica]

Il futuro appartiene a chi ha la memoria più lunga. Friedrich Nietzsche