Versi editi ed inediti di Giuseppe Giusti/Il Delenda Cartago

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Il Delenda Cartago

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La Rassegnazione A Gino Capponi
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IL DELENDA CARTAGO.



E perchè paga Vostra Signoria
     Un grullo finto, un sordo di mestiere,
     Uno che a conto della Polizia
     Ci dorma accanto per dell’ore intere?
     Questo danaro la lo butta via,
     Per saper cose che le può sapere,
     Nette di spesa, dalla fonte vìva:
     Gliele voglio dir io: la senta, e scriva.

In primis, la saprà che il mondo e l’uomo
     Vanno col tempo; e il tempo, sento dire,
     Birba per lei e per noi galantuomo,
     Verso la libertà prese l’a ire.
     Se non lo crede, il campanil del Duomo
     È là che parla a chi lo sa capire:
     A battesimo suoni o a funerale,
     Muore un Brigante e nasce un Liberale.

Dunque, senta, se vuol rompere i denti
     Al tarlo occulto che il mestier le rode,
     O scongiuri le tossi e gli accidenti
     Di risparmiar quest’avanzo di code;
     Se no, compri le Balie, e d’Innocenti
     Faccia una strage, come fece Erode:
     Ma avverta, che il Messia si salva in fasce,
     E poi, quando l’uccidono, rinasce.

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I sordi tramenii delle congiure,
     Il far da Gracco e da Robespierrino,
     È roba smessa, solite imposture
     Di birri, che ne fanno un botteghino.
     Questi Romanzi, la mi creda pure,
     Furono in voga al tempo di Pipino;
     Oggi si tratta d’una certa razza
     Che vuole Storia, e che le dice in piazza.

Sicchè, non sogni d’averla da fare
     Col Carbonaro, nè col Frammassone,
     Giacobino che voglia chiamare
     Chi vive al moccolin della ragione;
     Si tratta di doversela strigare
     Con una gente che non vuol Padrone;
     Padrone, intendo, del solito conio,
     Chè un po’ tarpati, e’ non sono il Demonio.

Dunque, Padrone no! L’ha scritto? O bravo!
     Padrone no! Sta bene e andiamo avanti:
     Repubblica, oramai, Tiranno, Schiavo,
     E altri nomi convulsi e stimolanti,
     Sì, lasciamoli là: giusto pensavo
     Che senza tante storie e senza tanti
     Giri, si può benone in due parole
     Tirar la somma di ciò che si vuole.

Scriva. Vogliam che ogni figlio d’Adamo
     Conti per uomo, e non vogliam Tedeschi:
     Vogliamo i Capi col capo; vogliamo
     Leggi e Governi, e non vogliam Tedeschi.
     Scriva. Vogliamo, tutti, quanti siamo,
     L’Italia, Italia, e non vogliam Tedeschi;
     Vogliam pagar di borsa e di cervello,
     E non vogliam Tedeschi: arrivedello.