Viaggio in Dalmazia/Del Corso della Cettina, il Tilurus degli Antichi/8. Corso della Cettina da Duare, sino alle foci

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8. Corso della Cettina da Duare, sino alle foci

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8. Corso della Cettina da Duare, sino alle foci
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§. 8. Corso della Cettina da Duare, sino alle foci.

Scendendo lungo il Fiume da Duare verso le foci, che ne sono dodici lunghe miglia lontane a Ponente, io mi sono confermato nella già concepita opinione, che le maggiori montagne della Dalmazia litorale abbiano bensì le sommità marmoree, ma non il corpo, e le radici. Com’è marmorea la cima di Duare, così lo sono le vette del monte Dinara1, che s’erge fra la Cettina, e’l mare; e come le parti inferiori di quello sono di terra più o meno rassodata, così le falde di questo sono composte di varie modificazioni non marmoree di materie marine. Quattro brevi miglia sotto Duare lungo la strada comune veggonsi de’ filoni degnissimi d’attenzione, che rassomigliano, anche ben esaminati davvicino, a una muraglia di pietre diligentemente riquadrate2. Questi filoni sono in apparenza [p. 89 modifica]quasi verticali, e la loro formazione è analoga alla genesi di quelli, che si veggono presso Spalatro, vale a dire, che deggiono il loro induramento alle acque filtratesi pelle fenditure. Nel rendervi conto di qualche osservazione fatta lungo i lidi del vicino mare, che formano la parte esteriore del monte Dinara, io vi descriverò un pezzo di stratificazione simile a questa, che vi si vede scoperto, e cui ò fatto disegnare come istruttiva, e singolar cosa. Nel tenere di Slime, proseguendo il cammino, trovansi in gran quantità, e varietà d’impasti le focaje di vari colori, e curiosi impasti marmorei di Corpi marini, suscettibili di bel pulimento. Io ne conservo qualche esemplare, che occuperebbe degnamente un luogo in qualunque Museo. Fra questi merita d’essere distinto un marmo aggregato, composto di Lenticolari, con frammenti d’altri Corpi marini lapidefatti, e di sassolini bianchi, angolosi. Fra le picciole Lenticolari presevi dentro, e petrificatevisi, ve n’ànno anche di quelle che mostrano le concamerazioni loro al di fuori. Scorrendo pella superficie lisciata di questo marmo, coll’occhio nudo si veggono moltissime varietà di sezioni delle Lenticolari prese; e non v’à poi quasi alcuna delle particelle, che lo compongono, nell’esame di cui non prenda diletto l’occhio armato di lenti. Il Fiume, lungo le rive del quale ò sempre cavalcato, è per ogni dove ingombro di tofi, che di giorno in giorno più crescono, e lo rendono innavigabile, ad onta della gran quantità d’acqua perenne ch’egli conduce, e del gran vantaggio che dal navigarlo sino a Duare ne ritrarrebbe la Nazione. I monti di Pogliza, che sorgono a destra della Cettina, non meno che quelli di Slime, di Svinischie, e di Cuccichie sono assai abbondanti di quercie, i tronchi delle quali potrebbono allora con poco dispendio esser tra[p. 90 modifica]dotti al mare; eglino costerebbono incomparabilmente meno, che le quercie d’Istria, e darebbono un eccellente stortame. È anche probabile, che i legni di questi monti riuscissero meglio che gl’Istriani tolti da boschi di fondo umido. Per aprire un canale diritto al loro passaggio, non si tratterebbe già di lavorare ne’ macigni, ma di tagliare colle mannaje il tofo, ond’è tratto tratto ingombro il letto del Fiume ne’ piccioli e frequenti salti, che trovansi pel di lui alveo.

Scendendo dal tenere di Svinischie verso Miriz trovansi molte varietà di Cote, ora grigia, or cilestra, e nelle Breccie rovinate dall’alto de’ monti gran quantità di picciole focaje angolose, e frammenti di Corpi marini. A Miriz restano tuttora in piedi, e particolarmente su la sinistra riva del Fiume, i vestigj d’una gran muraglia naturale, in cui le acque dovettero far breccia per aprirsi un passaggio, che loro avrà costato lunga fatica. La veduta di quell’ammasso di scogli è un colpo d’occhio teatrale, che rompe l’uniformità monotona de’ selvaggi luoghi vicini. Chi sa a quanto antiche ed intime viscere di montagne abbia appartenuto quel muraglione, che fu rassodato in pietra dalle acque, che in altri secoli passarono pella verticale apertura, di cui coll’andare del tempo restò un così strano vestigio! L’indole de’ monti interiori della Dalmazia, e d’alcuni anche litorali argillosi porta con se quasi costantemente ch’eglino siano tratto tratto attraversati da filoni di pietra arenaria, o arenario-concacea. La gran muraglia di Miriz sarà stata dall’uno, e dall’altro lato anticamente fiancheggiata dagli strati d’Argilla, onde i contigui monti sono anch’essi internamente composti, e quelli in particolare, nelle viscere de’ quali essa muraglia s'interna a destra, e a sinistra del Fiume, che rovesciandone una parte s’aprì [p. 91 modifica]il passaggio. L’ampia rovina, che vedesi in quel luogo, e l’altezza rigogliosa de’ massi ad onta de’ quali il Fiume si fece strada squarciando le viscere della montagna di cui formavano l’ossatura, sono oggetti ben atti a far intendere quali, e quanto continue alterazioni soffra dalle acque montane la superficie del nostro Globo. Questa lezione non è propria del solo fiume Cettina, o della Kerka, ma di tutti anche i più piccioli torrenti: nè solamente è applicabile alle regioni montuose, ma eziandio alle basse pianure soggette ad allagamenti che le alzano, ed ai paesi litorali vicini alle foci, che si trovano come Ravenna, e Adria, in breve giro di secoli allontanati dal mare.

La Cettina all’uscire dalle angustie di Miriz si spande ampiamente pel Vallone, e diramasi fra’ banchi di ghiaja, e gl’intoppi tofacei. Un breve miglio più sotto ponno arrivare le barche; e vi faceano scala altrevolte cariche di sale al piè della Fortezza di Vissech, sin da quasi un secolo smantellata come inutile. Il P. Farlati nell’Illirico sacro pochi anni sono dato alla luce parla di Vissech, come d’un luogo fortificatissimo, e ben guardato. Il signor Busching ne fa una Città; ciò che dee credersene si è, che non solo non v’ànno abitanti, ma nemmen vestigj d’abitazioni. Da questo sito al mare scorre per tre miglia liberamente il Fiume senza trovar intoppi, quantunque faccia un viaggio tortuoso fra dirupi d’una spaventevole altezza, che gli formano per lunghi tratti argini perpendicolari. La varietà de’ punti di vista, che s’incontrano nel breve corso della Cettina da Vissech ad Almissa, è veramente deliziosa; i naviganti passano da strettissimi canali ad aperti valloncini ben coltivati, e sparsi di animali che vi pascolano: indi s’internano fra le rupi senza che si possa prevedere come faranno ad uscirne; ed al[p. 92 modifica]ternando in tal guisa le vedute, e le angustie giungono alle foci senz’avvedersene, e con dispiacere d’aver goduto poco d’uno spettacolo così magnifico, e dilettevole.

  1. Questo monte Dinara non deve confondersi coll’altro del medesimo nome, che sorge ai confini de’ Distretti di Knin, e di Scign. È comunissima cosa in Dalmazia il trovare uniformità di nome in luoghi diversi.
  2. Cos 4. particulis impalpabilibus, effervescens, mollis, cædua. Quadrum. Specim. Wall. 84.
         Quadratum. Alberti.
         Quadrum. Cæsalp.