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Poesie scelte (Pontano)/Nenia quarta

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Nenia quarta

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Giovanni Pontano - Poesie scelte (1874)
Traduzione dal latino di Pietro Ardito (1874)
Nenia quarta
VI VIII
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Nenia quarta


giocosa: scherza la nutrice.


Chi il mio volto ha morsecchiato,
Chi la lingua, e i labbri ancor?
Egli è Lucio che spietato,
Che divien cattivo ognor.4

Chi è costui che il collo e il petto
E mordendo il sen mi sta?
Egli è Lucio che furbetto,
Che insolente ognor si fa.8

No, non più mi toccherai;
E ora i baci a chi darò?
Vieni, Antinoo, e tu gli avrai,
Labbri e lingua a te dar vo’.12

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Chi sul molle sen poggiato
Le mie fresche poppe avrà?
Tra gli amplessi carezzato
Solo Antinoo, sol sarà.16

Vieni, o Antinoo mio vezzoso,
Che le braccia io tendo a te,
Vieni subito e giocoso
T’intrattieni in seno a me.20

To’ le mamme, e il bianco petto,
Caro, appressati a poppar,
To’ il sonoro cembaletto
Con cui brami trastullar.24

Ma chi è questo bambinello
Che già pende sul mio sen?
Sbaglio, ovvero è il cattivello
Lucio mio che a me rivien?28

Già nel collo mi si è stretto,
Mi dà baci e baci ognor,
Non più tristo pargoletto,
Ma bonino e tutt’amor.32

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Nenia quarta


nugatoria: nutrix iocatur.


Ora quis, aut quis labra mihi, linguamque momordit?
Lucius improbulus, Lucius ille malus.



Quis collum, mammasque meas, pectusque momordit?
Lucius ille malus, Lucius improbulus.



Ne posthac, ne tange, puer: cui basia servo,
Labraque? cui linguam hanc? Antinoo, Antinoo.


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Cui pectus, mollemque sinum, tenerasque papillas,
Amplexusque meos? Antinoo, Antinoo.



Antinoe o formose, veni: tibi brachia pando,
Quamprimum in nostros blande recurre sinus.



En mammas, en lacteolas, formose, papillas,
En cape delicias tinnula plectra tuas.



Sed quis nam nostra puer hic cervice pependit?
Mentior, an certe est Lucius improbulus?



Implicuit collo simul et simul oscula sumpsit;
Improbulus non iam, sed probus ipse puer.