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Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu/118

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108 orlando innamorato [St. 39-42]

39 Il nano allora sacramenta e giura
     Che non è a questa impresa incantamento.
     - Oh! - disse il conte, - e chi me ne assicura?
     Tanto credetti già, che io me ne pento.
     Lo augel ch’esce dal laccio, ha poi paura
     De ogni fraschetta che se move al vento;
     Ed io gabbato fui cotanto spesso,
     Che, non che altrui, ma non credo a me stesso. -

40 Disse Rugier: - Non è solo un parere,
     E ciascun loda la sua opinïone.
     Direbbe altrui che fosser da temere
     L’opre de’ spirti e queste fatagione;
     Ma se il bon cavallier fa el suo dovere
     Non dee ritrarse per condizïone
     Di cosa alcuna; ogni strana ventura
     Provar se deve, e non aver paura.

41 Menami, o nano, e nel mare e nel foco,
     E se per l’aria me mostri a volare,
     Verrò teco a ogni impresa, in ogni loco:
     Che io mi spaventi mai, non dubitare. -
     Gradasso e ’l conte se arrossirno un poco
     Odendo in cotal modo ragionare;
     E Brandimarte al nano prese a dire:
     - Camina avanti, ogniom ti vôl seguire. -

42 Il nano aveva un palafreno amblante:
     Via se ne va per la campagna piana.
     Dicea Gradasso verso il sir de Anglante:
     - Se questa impresa fia sublime e strana,
     E per sorte mi tocca il gire avante,
     Io voglio adoperar tua Durindana,
     Anci pur mia, però che il re Carlone
     Me la promisse, essendo mio pregione. -

2. Mr. non ne a; P. non v'è. — 29. Mr. e P. tocca.