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Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/204

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180 LA GERUSALEMME

XX.


     Diretro ad essi apparvero i cultori
Dell’Arabia Petrea, della Felice,
Che ’l soverchio del gelo e degli ardori
156Non sente mai; se ’l ver la fama dice:
Ove nascon gl’incensi, e gli altri odori:
Ove rinasce l’immortal fenice
Che tra i fiori odoriferi, ch’aduna
160All’esequie ai natali, ha tomba e cuna.

XXI.


     L’abito di costoro è meno adorno;
Ma l’armi a quei d’Egitto han simiglianti.
Ecco altri Arabi poi che, di soggiorno
164Certo, non sono stabili abitanti.
Peregrini perpetui usano intorno
Trarne gli alberghi, e le Cittadi erranti.
Han questi femminil voce, e statura:
168Crin lungo, e negro; e negra faccia, e scura.

XXII.


     Lunghe canne Indiane arman di corte
Punte di ferro: e in su destrier correnti
Diresti ben che un turbine lor porte;
172Se pur han turbo sì veloce i venti.
Da Siface le prime erano scorte:
Aldino in guardia ha le seconde genti:
Le terze guida Albiazar ch’è fiero
176Omicida ladron, non cavaliero.