Ma passò l’ansïosa mattina:
Già le squille nunziâr mezzogiorno, 75Dietro i monti il grand’astro declina,
Buffa il vento, s’annuvola intorno.
Lo sapete voi pur, naviganti, 78Se a chi aspetta son pigri gl’istanti!
Or sicura la gioja figura
D’abbracciarlo, di vivere insieme: 81Oh i bei dì! — ma un’ignota paura
Ogni fior le recide di speme.
Sol disvia que’ pensieri funesti 84Te invocando o regina dei mesti.
Alla fin, non s’inganna, alla fine
Egli è desso in un piccol battello: 87Verde assisa, il caschetto sul crine,
Mostre rosse, alle spalle il fardello;
Egli è desso; in tripudio d’affetto 90Par che il core le sbalzi dal petto.
Ma il tuon s’ode: più l’aura crescendo
Dalla sponda il naviglio ricaccia. 93Ella trepida, qua, là correndo,
L’occhio aguzza, protende le braccia.
— Lo vedrò da quel balzo più bene»; 96E alla cima del balzo sen viene.
Per la rupe del muschio coverta,
E di foglie che l’alno perdè 99Su su poggia, ma a mezzo dell’erta,
Mal posato le sdrucciola il piè...
Vergin santa! Dall’ispida china 102Capovolta ne’ flutti rovina.