Vai al contenuto

Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/103

Da Wikisource.
Versione del 3 nov 2019 alle 00:21 di CandalBot (discussione | contributi) (Bot: modifica fittizia Pywikibot)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
98 ester d'engaddi.

Dalla stessa mia man, tu dolci frutti
Quindi alla genitrice apporterai.
Per or l’abbraccia; di me a lei tu parla.
Di me a lungo!
Eleazaro.Sì.... figlia... Oh dì felice!


SCENA III.

ESTER guardandogli dietro commossa.


Misero! A stento egli si regge! Oh come
Incanutì! Come in suo volto io scorsi
Le tracce del dolor! Pallido; emunto,
Pieno di cicatrici, eppur.... costante!
Qual misto è in me d’inesplicabil gioia,
E di desio di sciorre al pianto il freno!
Andiamo.— O tu che i genitor mi rendi,
Fa ch’io più non li perda, e l’amor mio
Lungamente i lor vecchi anni consoli!


SCENA IV.

Mentre ESTER si volta dalla rupe per tornare alla tenda s’imbatte in JEFTE.


Jefte.Ester! Tu, a si precoce ora, lontana
Dal padiglion!
Ester.                                   Signor...
Jefte.                                                  Giocondo annunzio
Credea recarti: appien disfatta è l’oste:
Oggi torna Azaria.
Ester.                                             Fia vero? Oh sposo!
Jcfte. Sincer giubilo è il tuo?
Ester.                                                  Che ardisci?
Jefte.                                                                      Amante
Moglie, in sì mattutina ora, a segreti
Colloquii vien con uom che fugge?
Ester.                                                                      E pensi?...