Vai al contenuto

Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu/432

Da Wikisource.
Versione del 18 lug 2021 alle 16:35 di Luigi62 (discussione | contributi) (new eis level4)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
420 notturno



Il ponte di travi di tavole e di ruote, dove Michelangelo saliva per dipingere la volta della Sistina, mi s’è ricomposto nel sogno.

Ho sfiorato il prodigio con le ciglia, ho toccato il prodigio con la mano.

«Questa è una bella materia» fece Francesco Francia palpando la statua di Papa Giulio. E il Buonarroti si sdegnò.

L’opera titanica è bella come un’ala di farfalla.

Veduta da vicino, in ogni parte e nel tutto ha la perfezione compatta d’un guscio d’ovo, una continuità simile alla politezza d’un dente d’elefante. È una tra le più belle materie del mondo, nata intiera da un cervello maschio come certe gemme virtuose che gli antichi lapidarli credevano generate nel capo di certi animali solinghi.