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Pagina:Corano.djvu/121

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L CORANO, ed ogni volta che 1 capi del suo popolo passavano vicino a Ini. lo beffeggia no. Non mi deridete, disse Noè, io ini burlerò di voi come voi fate di me apprenderete •il. Su chi caderà il gastigo che lo ricuoprirà d'obbrobrio. Questo gasti resterà per sempre sul loro capo. 12. E cosi Tu lino al momento in cui il nostro ordine fu dato, ed in cui fornace scoppiò (I). Noi dicemmo a Noè : Prendi con te in quest'arca u coppia di ogni specie, come anche conducivi la tua famiglia, ad eccezione colui su cui è stato pronunziato il giudizio (2). Prendi ancora tutti coloro eh hanno creduto,ancorché non vi fosse che un piccol numero che abbia credili 13. Noè loro disse : Entrate nell'arca. Essa camminerà, e si fermerà al nome di Dio. Dio è indulgente, e misericordioso. ii. E lami navigò con essi in mezzo alle onde alte come montagne. Noè gridò «i suo figlio che era in disparte : Monta con noi, e non restare cogl’increduli. n 45. Mi ritirerò, disse, sopra una montagna che mi metterà al sicuro dallo acque. Noè gli disse : Ninno sarà oggi in salvo contro gli ordini di Dio , meno clic quegli di cui egli avrà avuto compassione. Le onde li separarono ed i figlio di Noè fu sommerso. 16. E fu detto : Terra ! assorbì le tue acque ; cielo ! arrestati; e le acque diminuirono; il decreto fu eseguito. L'arca si fermò sul monte Al—Djoudi (3) i* fu detto Lungi di quà i malvagi. 17. Noè gridò al suo Signore : 0 mio Signore! mio figlio è de'miei; le tu promesse sono veritiere, e tu sei il migliore dei giudici. 18. Noè! rispose Dii), qui non vi sonde'tuoi. Ciò che tu fui è un'azione ingiusta. Non mi domandare ciò che tu non sai. Io ti avverto acciò tu non sia nel numero degl'ignoranti. 49. Signore! io mi rifugio presso di te: dispensami dal domandarti ciò eli non conosco, e se tu non mi perdoni, se non hai pietà di me, io son ne- duto. 'io. E gli fu detto : Noè scendi dall'arca accompagnato dalla nostra salute. e dalle nostre benedizioni su te, e sui popoli che sono con te. Vi sono de'p poli che lasceremo godere dei beni del mondo; un gastigo terribile li colui più tardi. 1 51. Ecco una delle storie nascoste. Noi riveliamo quest'istoria che non ave un qui conosciuta, nè tu. nè il tuo popolo. Pazienta; la fine felice è per c teme Dio. 52. Mandammo agli uomini di Ad il loro fratello lloud, che disse loro: Po- (1) Si suppone che questa fornace era una riserva d'acqua, c che scoppiò pe operare l'inondazione. Ora si pretende essere aeWIrak dove era la città di linfa. ora nella Mesopotamia, ed ora nell'Indie. Quesla frase metaforica corrisponde forse_ all'altra : le cataratti- del cielo s’aprirono. La parola del testo tannur è una specie di focolare rotondo nel mezzo della camera dove si fa il fuoco, e quando è spento si mette sul piano infuocato di questo forno la pasta rotonda o sottile, sola specie di pane conosciuta in Oriente. Alcuni commentatori, prendendo la parola tannur dui Corano fornace si sono divertili a raccontare che la fornace che ha cagionato il diluvio era quella dove Èva faceva il pane. (2; Uno de’flgli di Noè che la tradizione presenta come un infedele. (3) La tradizione maomettana, e caldèa, danno questa montagna per il luogo dove si fermò l'arca di Noè. Djudi è il nome «lato alle colline nella parte settentrionale della Mesopotamia, e che la separami dall’Armenia, e sono poco distami dalla citta attuale di Djesireh. Il riomedi Djudi corrisponde a Djordi. monte» Gor dyen, e non è forse che un'alterazione.